6.5
- Band: SEVENDUST
- Durata: 00:46:30
- Disponibile dal: 20/04/2010
- Etichetta:
- 7 Bros Records
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Il ritorno del figliol prodigo. Dopo le inedite sperimentazioni di “Chapter VII: Hope & Sorrow”, il rientro alla base di Clint Lowery – avvenuto proprio a ridosso dell’uscita già citato settimo capitolo, dopo un’assenza durata tre anni e altrettanti album – segna un brusco cambio di rotta per i Sevendust, tornati con “Cold Day Memory” al classico sound aternative/nu-metal dei primi sei album, se pure con qualche leggero ritocco. Accantonate le suggestioni industrial del predecessore, si parte subito forte con “Splinter”, opener d’impatto dove abbiamo modo di constatare come la coppia Lowery/Connelly non abbia perso affiatamento durante la pausa, così come sempre efficace risulta l’alternanza tra l’ugola calda di Lajon e quella più acida del batterista Morgan Rose. A seguire, la nutrita batteria di singoli (“Forever”, “Unrevaling”, “Last Breath”, “Karma”) riconducibili al classico ‘7Dust style’ dei primi album, se non fosse per le parti chitarristiche più elaborate (soprattutto all’altezza dei bridge, dove trova posto anche qualche breve assolo). Proseguendo nell’ascolto, è evidente come la seconda metà della tracklist non si discosti dalla ritrovata zona di comfort, alternando i classici pezzi pestoni (“Ride Insane”, “Strong Arm Broken”) ad altri più ritmicamente movimentati (“Nowhere”, “The End Is Coming”) o melodicamente cadenzati (“Confessions (Without Faith”, “Here And Now”, “Better Place”); il tutto, va detto, sempre con un tiro invidiabile alla loro età (discografica) e chorus ficcanti come pochi, senza però raggiungere i livelli rabbiosi di “Home” o melodici di “Seasons”. Il bilancio finale, grazie ad una prova di esperienza dei singoli, resta quindi positivo, ma qualiitativamente parlando “Cold Day Memory” segna un passo indietro rispetto ai suoi più recenti predecessori, sia più sperimentali (“Chapter VII”) che tradizionali (“Alpha”).