7.0
- Band: SEVENDUST
- Durata: 00:45:06
- Disponibile dal: 21/10/2005
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Universal
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Sono finiti i fasti e le vendite facili, è finito il periodo in cui si finiva in classifica solo per essere in tour con Korn o Limp Bizkit, è finita l’overdose di successo facile e di pantaloni col cavallo basso. Proprio ora i Sevendust ritornano: sbarcano in Europa, terra che non li ha mai considerati minimamente (sotto la forte Roadrunner/Universal), e si presentano nel migliore dei modi immaginabili, con una line-up rinnovata e forse col loro miglior album! Volendo presentarli si potrebbero definire una formazione molto “americana” come si intuiva dalle premesse, forte di un rock-metal puntuale, moderno e luccicante, che trova il suo punto di forza nel’ugola del fenomenale singer Lajon, caldissima, graffiante e vibrante, molto “black” e vicina in molti casi al soul e al rithm n’ blues. Il contorno è la batteria del presente Morgan Rose, coniuge della bassista dei Coal Chamber Rayna e batterista tecnico, pulito e potente, un vero picchiatore che non disdegna qualche ruggito al microfono. Nuovo innesto si diceva, e nulla poteva essere meglio se non Sonny Mayo, amico di vecchia data dei componenti della band e anima degli immensi Snot (realtà prematuramente e tragicamente stroncata nel 1998 con la morte del frontman) oltre che per qualche tempo nei distruttivi Amen. La release forse migliore del gruppo si diceva, perché fresca, intrigante e attraente, e nel contempo fieramente heavy. La vera discriminante è l’equilibrio, sempre un difetto per la band nel passato: è un gioco pericoloso e intrigante quanto difficile, ma riuscito appieno aumentando e valorizzando le parti vocali e lasciando grande spazio interpretativo al singer, che non può che stupire avvicinandosi in alcuni casi a grandi voci nere (Seal su tutti, a parere di chi scrive). “Ugly” è l’emblema dell’album, singolo di grandissimo successo (almeno negli States) racchiude tutte le caratteristiche sopra elencate, “Shadows in Red” è il momento più intimo e riflessivo, “Pieces” la probabile futura hit. “Next” è un ottimo invito a scoprire una band valida e che ha ancora da dire, sicuramente non “solo” un altro album come può suggerire il titolo.