7.0
- Band: SEVENTH KEY
- Durata: 00:53:36
- Disponibile dal: /02/2004
- Etichetta:
- Frontiers
- Distributore: Frontiers
Come faccia il vecchio Billy Greer a trovare il tempo da dedicare ai suoi vari progetti collaterali resta un mistero: il bassista dei gloriosi Kansas è da anni impegnato in proficue collaborazioni a nome The Sign, Streets ed i suoi Seventh Key, progetto che approda con “The Raging Fire” al secondo capitolo, dopo l’ ottimo esordio omonimo del 2001. E’ di nuovo un AOR di matrice pomp a dominare i solchi della nuova relase, ancora una volta forgiato in tandem con il chitarrista/produttore Mike Slamer (noto ai più per i suoi trascorsi in seno agli Steelhouse Lane). Se la veloce “The Sun Will Rise” apre in maniera scoppiettante il disco, il resto delle composizioni si adagia su ritmi esecutivi più rilassati, scelta quanto mai apprezzabile per le conseguenze in termini di coinvolgimento emotivo. Sotto tale punto di vista “An Ocean Away” sfiora addirittura il capolavoro, vuoi per le maestose linee vocali vuoi per l’intenso contrappunto di delay di Slamer, egregio anche in fase solista. Altro highlight è rappresenato dalla titletrack, sorniona nel suo sviluppo ritmico quanto graffiante nel refrain corale, un tipico esempio di quei colpi di classe dispensati dai fuoriclasse del settore. Se la successiva “Sin City” porta con sé echi dei Dokken ottantiani, l’intensa ballad “It Should Have Been You” (altro solo da manuale) riporta le coordinate di “The Raging Fire” verso territori soft, probabilmente la dimensione più congeniale a Greer e company. Citazione obbligata anche per la Def Leppard oriented “Run”, l’unica concessione modernista (le basi sintetiche) in un album che, pur ancorato alle radici AOR, emerge per la qualità sopraffina dei contenuti. Splendido.