SHADE OF SORROW – Nemesis

Pubblicato il 03/10/2003 da
voto
6.0

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Con il progetto Shade Of Sorrow ci si addentra nell’ostico e spesso incompreso mondo dei dischi strumentali: Marco Zambardi è il tastierista degli Althea, gruppo prog originario di Milano e dintorni, ed è l’unico componente di questa one-man band. Facile da ciò dedurre, quindi, come il lavoro in esame sia fondato su sonorità derivanti da pianoforte, tastiere e sintetizzatori, simulanti anche diversi tipi di archi, il tutto filtrato attraverso le rigide meccaniche del computer; “Nemesis” non è un album nuovo di zecca, risale bensì al 2002, composto ed assemblato in circa un anno. L’intento di Marco è stato quello di creare musica che sappia dare emozioni, visionaria e ricca di feeling, simile a colonna sonora. Dimenticate però film quali “Braveheart” o “Il Signore Degli Anelli”…non c’è molta epicità nel sound degli Shade Of Sorrow, le composizioni preferiscono adagiarsi su partiture gotico-decadenti, sfocianti sì, a volte e per forza, nell’epico, quello sofferto ed intimista, non certo quello di battaglie sotto cieli plumbei e che coinvolgono guerrieri d’altri tempi. Chi ascolta viene lentamente assorbito in un limbo ipnotico, un torpore estatico che ammalia; ma, se da una parte questo aspetto può venir considerato un pregio, dall’altra rappresenta anche il maggior difetto di “Nemesis”: l’ascolto di pezzi interamente strumentali è già piuttosto impegnativo di per sé (se ci si mette nei panni del metallaro medio), in quanto è arduo mantenere vive la concentrazione e l’attenzione dovute per il tempo necessario, e perciò una suite lunga 20 minuti, quale è “Beyond The Silence”, è davvero dura da digerire, pur essendo dotata di buoni spunti ed idee, i quali, a mio parere, potevano essere sviluppati e/o arricchiti in modo più efficace. Molto meglio, infatti, le melodie malinconiche della breve “An Autumn’ Shade”, con un toccante giro di pianoforte a rallentare il battito cardiaco, oppure il sentito cordoglio per le vittime della strage dell’11 settembre 2001, rievocate nel requiem “Hollow Soul”. Una musica che si muove e muta con lentezza , evolve dolcemente nei suoi saliscendi d’umore…una musica che soddisfa solo in parte e a sprazzi. Maggior cura, estro e fantasia andavano forse riservati agli arrangiamenti, irrobustendo e, contemporaneamente, snellendo le composizioni tramite l’accorciamento del minutaggio delle song più elaborate. Sicuramente questo è un album non facile, pazienza e acume sono indispensabili per apprezzare pienamente le note di “Nemesis”, e la sua capacità di generare immagini, all’inizio sfocate, poi man mano più delineate, potrebbe rappresentare un ottimo punto di partenza per nuovi sviluppi…Sufficienza rosicchiata.

TRACKLIST

  1. Thanatos
  2. Hollow Soul
  3. Among The Ancients
  4. An Autumn' Shade
  5. Beyond The Silence
  6. Hypnos
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