7.0
- Band: SHADOWS FALL
- Durata: 00:41:55
- Disponibile dal: 12/06/2006
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
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Torna in pista, a distanza di due anni dal super-acclamato “The War Within”, una delle band più convincenti e particolari della NWOAHM, i bravissimi Shadows Fall. La band del Massachusetts, però, dopo aver raccolto onori e glorie un po’ ovunque, suonando dappertutto e ricevendo anche una nomination ai Grammy Awards, non rientra sulle scene dalla porta principale, pubblicando un nuovo, completo full-length, bensì lo fa con “Fallout From The War”, una pubblicazione anomala che, un po’ come han fatto qualche tempo fa i Krisiun con “Bloodshed”, miscela novità, sorprese ed outtakes varie. L’intento, purtroppo, è chiaro: chiudere in bellezza il contratto con la Century Media. Fin dal titolo, il collegamento con l’ultimo lavoro di Brian Fair e compagni è palese, lasciando intendere come questo platter vada a completare una felice parabola della band, spremendo fino all’osso quello che di buono era venuto fuori durante le recording session di “The War Within”. E dunque, ecco il contenuto di “Fallout From The War”: le prime sei tracce, da “In Effigy” a “Going, Going, Gone”, sono brani inediti, composti sulla falsariga di “The Power Of I And I” e “The Light That Blinds”, sebbene più diretti, decisi, violenti e leggermente meno catchy. Gli Shadows Fall sanno unire come pochi un approccio thrash al riffing con la volontà di creare partiture melodiche accattivanti e l’intento di restare ancorati alla modernità del metal-core meno commerciale. Pezzi quali “Haunting Me Endlessly” e “Will To Rebuild” sono dei piccoli gioiellini di metallo americano odierno, aventi l’appeal dei Killswitch Engage e le intricate trame sonore dei Chimaira (sebbene la prolissità di questi ultimi non sia proprio di casa negli Shadows Fall). “Deadworld” e “This Is My Own” sono due composizioni datate, usate come passate bonus-track, ri-registrate per l’occasione: la prima è caratterizzata dal nuovo drumming di Jason Bittner, ancora non facente parte del gruppo al momento della registrazione originale, mentre la seconda è tratta dalle session di “The Art Of Balance”; due canzoni che meritano di essere riascoltate. Infine, ben tre cover, di diverso stampo, chiudono la tracklist: se “Mark Of The Squealer” è un omaggio ai Leeway e “Teasn’, Pleasn’” è un puro divertissement ripreso dai Dangerous Toys (e Brian duetta proprio con il singer Jason McMaster), stupisce alquanto la bellezza di “December”, cover di tali Only Living Witness, rock band di Boston, davvero una bella scoperta! Release transitoria, quindi, per una delle formazioni di punta del metal americano. Vedremo presto se la chiusura di questa parte di carriera invoglierà i ragazzi a tentare nuove strade…