6.5
- Band: SHADOWS FALL
- Durata: 00:45:54
- Disponibile dal: 15/09/2009
- Etichetta:
- Spinefarm
- Distributore: Universal
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Mentre le nuove leve – se tali possono ancora essere definite realtà ormai affermate come As I Lay Dyng, Unearth e Trivium – paiono tuttora nella fase ascendente della loro carriera – culminata finora in album di assoluto valore quali "An Ocean Between Us", "The March" o "Shogun" – i capostipiti della cosidetta New Wave of American Heavy Metal, al contrario, sembrano aver ultimamente smarrito lo smalto di un tempo. E’ il caso ad esempio dei Killswitch Engage, in crisi di idee non solo nella scelta dei titoli, o degli stessi Shadows Fall, i quali, dopo un saliscendi terra-Olimpo-terra durato lo spazio di tre album – il promettente "The Art Of Balance", il fenomenale "The War Within" e il solo discreto "Threads Of Life" – erano chiamati a confermare il loro potenziale in occasione del loro sesto disco in studio. E, come spesso accade in questi casi, quale miglior modo per riconquistare l’affetto dei fan che un brusco ritorno al passato? Detto fatto, i nostri si sono liberati in tutta fretta della major di turno (nel loro caso addiritura due, Atlantic e Roadrunner) e del producer di grido, tornando ad affidarsi alle sapienti mani del fidato Zeuss per dare vita a questo "Retribution", etichettabile da subito come il disco più oscuro della loro carriera. Se infatti il nuovo platter conferma gli elementi portanti dello Shadows Fall sound – a partire dalla sempre strabordante tecnica esecutiva – non è al contempo difficile cogliere in canzoni come "My Demise" o "Embrace Annihilation" una vena dark simile, anche se qualitativamente meno eccelsa, a quella dei cugini God Forbid. E il resto della tracklist? Tra video nell’ottagono (il singolone "Still i Rise"), ospitate di lusso (Randy dei Lamb of God su "King Of Nothing"), badilate di thrash vecchia scuola ("War", "A Public Execution") e ballate melodicamente struggenti ("Picture Perfect"), i cinque concittadini dei Simpson non si fanno mancare davvero nulla, ma, pur restando due spanne sopra la media, l’impressione è che i nostri non siano riusciti a bissare i fasti del loro recente passato, se non in qualche sporadico episodio (la già citata "Still I Rise" o la conclusiva "Dead And Gone"). I die-hard fan, vecchi e nuovi, probabilmente non mancheranno di apprezzare lo stesso, ma dai primi della classe è lecito aspettarsi di più.