7.0
- Band: SHADOWS FALL
- Durata: 00:49:08
- Disponibile dal: 13/04/2007
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Warner Bros
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Con tutta probabilità, in molti staranno aspettando al varco gli Shadows Fall per vedere se il loro sound si sia ammorbidito in concomitanza con il passaggio dalla Century Media alla major Atlantic (Roadrunner Records in Europa). Che dire… sì, effettivamente è vero: gli Shadows Fall nel 2007 danno più spazio alla melodia e “Threads Of Life” è senz’altro l’album più orecchiabile della loro discografia. Ma questo è obbligatoriamente un male? Per quanto ci riguarda, no. In primis, perchè la band ha sempre avuto fra le sue influenze parecchio hard rock e metal classico – quindi tale evoluzione non è certo una sorpresa, non stiamo parlando di un gruppo che sino a tre anni fa suonava brutal death! – e poi perchè, alla luce dell’ascolto di questo suo quinto full-length, abbiamo la netta impressione che nel 2007 agli Shadows Fall vengano assai meglio i pezzi melodici e/o rockeggianti che quelli aggressivi. Si prendano come esempio una “Redemption”, il primo singolo, e una “Dread Uprising”: la prima sarà anche ruffiana, ma è forte di quello che è probabilmente il miglior chorus della carriera della band e una volta ascoltata non potrete più levarvela dalla testa. La seconda, invece, è violenta e sostenuta, però è costruita su riff già sentiti decine di volte… a tratti persino riciclati da vecchi brani degli stessi Shadows Fall. E lo stesso discorso potrebbe essere fatto con la ballad “Another Lost Hero” (forse un po’ banale, ma piena di belle melodie) e la heavy ma prolissa “Just Another Nightmare”; oppure con l’interessante esperimento semi-acustico “Final Call” e l’insipido uptempo “Stormwinds”. Insomma, può anche darsi che qualcuno potrà rimanere dispiaciuto dal fatto che in “Threads Of Life” ci sia meno spazio per le trame thrashy di una volta, però, a nostro avviso, meglio un disco del genere che uno più aggressivo ma poco ispirato. Sia poi chiaro che non tutti gli episodi più cattivi sono scadenti – “Failure Of The Devout” e “Forevermore” sono infatti davvero buoni – quindi anche coloro che sono in cerca di un po’ di sane mazzate potranno trovare qualcosa di loro gradimento. In definitiva, “The War Within” rimane su un altro pianeta a livello di varietà e qualità del songwriting, tuttavia anche “Threads Of Life” in fin dei conti si rivela un buon disco… sicuramente più orecchiabile e meno “metal” del solito, ma di certo non disprezzabile.