8.0
- Band: SHAKRA
- Durata: 00:52:22
- Disponibile dal: 29/01/2016
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
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Tre anni di pausa discografica ed un ritorno molto importante in casa Shakra: nel 2014, infatti, il cantante John Prakesh con un comunicato annuncia la sua intenzione di lasciare la band, occasione per ricongiungere le forze con Mark Fox, ugola alla corte degli svizzeri dal 2001 al 2009. Questo ritorno di fiamma ha iniettato una consistente dose di energia alla formazione, che con il nuovo “High Noon” torna a far risplendere la propria stella nel firmamento dell’hard rock. Insieme ai Gotthard, gli Shakra oggi rappresentano i massimi esponenti dell’hard rock made in Switzerland, grazie ad un songwriting dirompente ed a canzoni di altissima qualità. “Hello” e “High Noon” offrono su un piatto d’argento la perfetta commistione tra energia e melodie, i riff granitici di Thomas Muster e Thom Blunier vanno a braccetto con le linee vocali catchy e melodiche, dirette e memorizzabili già dopo un solo ascolto. Non mancano reminiscenze con il sound dei già citati Gotthard, ma per certi versi gli Shakra possiedono una marcia in più, perché quando decidono di spingere possiedono un tiro maggiore (e un po’ di rabbia in più, che non guasta) rispetto ai loro più famosi colleghi. Con “Into Your Heart” viene toccato l’apice del disco, c’è epicità, potenza, quel tocco di sporcizia hard rock che non va ad inquinare il fondamentale apparato melodico che trasforma ogni nota degli svizzeri in un potenziale hit radiofonico. Anche in un mid tempo come “Around The World” gli Shakra non perdono il loro smalto, la loro capacità di mettere groove e di aumentare la tensione fino al momento di far esplodere il ritornello è unica e, con nostra gioia, la ritroviamo in tutti i brani di questo disco. Mark Fox in questi anni di lontananza non ha perso il suo smalto, su “High Noon” il cantante offre una grande prova, grazie alla sua voce calda con quel tocco ruvido che si sposa alla perfezione con tutti i fondamenti dell’hard rock. Citazione doverosa per la ballad “Life’s What You Need”, brano strappalacrime che si rifà ai lentoni da classifica degli anni Ottanta. Le dolci melodie non appaiono mai troppo melense e scontate, ma la performance al microfono di Fox ne fa uno dei capitoli più intensi e toccanti dell’intero lavoro. Come resistere all’anthem “Raise Your Hand”, un manifesto di tributo all’hard rock da stadio, con un refrain zeppo di cori che sarà impossibile non urlare a squarciagola durante i concerti dal vivo? “High Noon” non offre alla concorrenza nemmeno un punto debole, non solo siamo di fronte ad un fantastico disco di hard rock, ma soprattutto ad uno dei picchi più esaltanti nella carriera di una band che meriterebbe davvero una fama ben più gloriosa.