7.0
- Band: SHINING (SWE)
- Durata:
- Disponibile dal: //2002
Shining: la felicità fatta suicidio, nichilismo che diventa propaganda. Giunti al terzo capitolo, Niklas Kvarforth e la sua creatura di distruzione producono quello che può considerarsi conferma e consolidamento dell’indiscutibile potenziale espresso fin’ora: immaginate le algide nenie in memoria di Burzum del primo ed apprezzatissimo “I – Within Deep Dark Chambers” e la lucente seduzione omicida del successivo “II – Livets Andhallplats” canalizzate in un nuovo vessillo di autodistruzione, capace di amplificare all’ennesima potenza le funeree ossessioni evocate dalla voce di Kvarforth e di rendere impossibile da atrofizzare il dolore che suggerisce l’atmosfera pregna di malattia e corruzione. Le sbarre ritratte sulla copertina non sono soltanto un presagio di quanto troverete tra le note di “SHINING III: Angst – Sjalvdestruktivitetens Emissarie”, ma un vero e proprio avvertimento di cosa vi attende una volta spalancate le braccia per ricevere la comunione offertavi da questo spettrale totem pulsante odio, ed in cui ogni elemento che lo compone sembra vomitare negatività, defecare depravazione. Grazie anche allo splendido lavoro svolto dietro le pelli da Hellhammer (definito ‘drummer of drummers’ nella biografia compilata da Avantgarde), “Angst” suona come un episodio assolutamente perfetto nell’avventura del progetto Shining, indiscusso discendente nel ventunesimo secolo di quell’eredità lasciata in essere da Burzum, Manes, Forgotten Woods, Dolorian e primi Katatonia: volevate il misanthropic black metal dei bei tempi andati, ed eccovelo servito su di un piatto d’argento. Insieme ad un rasoio ben affilato, s’intende.