7.0
- Band: SHINING (SWE)
- Durata: 00:50:32
- Disponibile dal: 30/06/2009
- Etichetta:
- Osmose Productions
- Distributore: Masterpiece
Spotify:
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Non si può negare il fatto che l’uscita di un album degli svedesi Shining rappresenti uno dei momenti più importanti dell’anno, almeno per il panorama black metal. La controversa band svedese dell’altrettanto controverso leader Kvarforth giunge con “VI (Klagopsalmer)” alla sesta fatica su lunga distanza. L’analisi di questa release non è immediata né tanto meno cosa semplice perché gli spunti offerti sono davvero tanti. La band dimostra ancora una volta, come era capitato di recente, di essersi definitivamente aperta ad altri stili musicali che esulano dall’ambiente extreme metal, ma Kvarforth e soci riescono ancora a dominare questi influssi trasversali ed inserirli in quell’elastico reticolo black metal che con il tempo hanno creato. Il giudizio definitivo su “VI (Klagopsalmer)” è che si tratta di un buon album, si sente che è nato da una band con tanta esperienza alle spalle, gli Shining riescono persino a possedere un groove trascinante come mai era capitato in passato. Il ‘problema’ di questo album, sul quale – è inutile dirlo – ha suonato una line up rivoluzionata per l’ennesima volta, è quello di riuscire ad inquadrare la direzione artistica verso la quale si stanno muovendo gli Shining. Lo iato tra le prime tre release e le successive è, come tutti ormai ben sanno, troppo marcato, gli Shining ideatori (o esponenti primari) di quello che tutti noi chiamiamo depressive black metal sono definitivamente tramontati con il capolavoro “III (Angst)”. Questa ultima release però rappresenta un passo indietro rispetto al precedente ed ardito “V (Halmstad)”, album che aveva proiettato davvero gli Shining all’interno di una dimensione altrettanto oscura, ma assai più intrigante, che spaziava dal black metal tradizionale fino a voler raggiungere le sperimentazioni messe in atto dai Katatonia. Una ricerca dell’oscurità molto personale ed ardita, che il nuovo album non ha avuto assolutamente il coraggio di proseguire, di fatto rinnegando quanto fatto in precedenza dalla band. Si può quindi concludere che negli ultimi anni gli Shining non abbiano ancora ben in mente quale percorso stilistico seguire, perché quando sembrano averne trovato uno in sostituzione del ‘banale’ black metal depressive, si arenano nella ricerca, di fatto disfacendola e ricominciando da capo. Non ci resta che vedere cosa accadrà in futuro, nel frattempo i fan della band possono rompersi il capo nel cercare di capire quale siano i messaggi subliminali di questo eterogeneo (anche troppo per una band come gli Shining) sesto album.