7.5
- Band: SHIRAZ LANE
- Durata: 00:53:11
- Disponibile dal: 15/04/2016
- Etichetta:
- Frontiers
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Gli Shiraz Lane sono giovanissimi, poco più che ventenni, si sono formati nel 2011, ma la sanno sicuramente lunga e già hanno macinato km di palchi (nel 2015 si sono esibiti addirittura al Wacken) e conquistato fan su fan nella natia Finlandia ma non solo, e molti, anche tra musicisti ed addetti ai lavori, sono pronti a puntare su di loro. E questo “For Crying Out Loud” è il loro debutto sotto il patrocinio della sempre attenta Frontiers, dopo solamente due singoli usciti nel 2014 ed un EP risalente allo scorso anno. Il sound proposto dal quintetto è stranissimo, in parte perfettamente in linea con il trend dominante in Scandinavia da qualche lustro a questa parte, ovvero un hard rock sanguigno impregnato di street e sleaze fino al midollo, con un occhio agli Skid Row dei primi due album ed uno ai Guns N’ Roses di “Appetite For Destruction”, melodico e glam al punto giusto, con spunti da Aerosmith e Poison, ma anche randagio alla Hardcore Superstar e con una forte attitudine pop british The Darkness-style che non guasta mai quando la violenza non è prevista; a sorpresa troviamo anche elementi blues e jazzy a livello molto accessibile. Certo, più volte il sound è molto derivativo e l’originalità spesso è latitante, tanto che ci si trova di fronte quasi a plagi veri e propri, come accade nell’opener “Wake Up”, sulla strofa della quale si può cantare quella di “Piece Of Me” degli Skid Row, o in “House Of Cards”, che possiede lo stesso break di “Dreamin’ In A Casket” degli Hardcore Superstar, e tracce di brani più o meno famosi (in prevalenza dalla ex band di Sebastian Bach) saltano all’orecchio sovente lungo la durata del disco, ma questo puzzle a conti fatti è assemblato molto bene con il materiale ‘inedito’. A livello di songwriting il disco è molto vario, diviso circa a metà tra una prima parte basata su pezzi più diretti, facili ed immediati ed una seconda più complessa e strutturata; si passa quindi dal glam easy di “Wake Up” e “Momma’s Boy” al mood blues di “Bleeding”, alle atmosfere jazz richiamate da “Behind The 8-Ball”, dalla poppeggiante “Begging For Mercy”, che sa tanto di The Darkness alla intensa titletrack. Strumentalmente la band non mostra alcuna magia ma se la cava egregiamente per ciò che deve fare, con il cantante Hannes Kett, dotato di una voce potente e molto acuta, sugli scudi, e la produzione è decisamente positiva. Certo, si parlava di plagi veri e propri, ma vista la qualità del materiale contenuto in “For Crying Out Loud” sfruttiamo l’attenuante della buona fede per questa volta. Un debutto molto positivo per una band che farà sicuramente parlare di sè in futuro.