8.5
- Band: SHORES OF NULL
- Durata: 00:45:44
- Disponibile dal: 24/03/2014
- Etichetta:
- Candlelight
- Distributore: Audioglobe
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Crearsi spontaneamente assommando elementi noti ma ancora solo ai fan più attenti e addentro determinate scene; spuntare fuori dal nulla all’improvviso con un lavoro registrato non-si-sa-dove-non-si-sa-quando; annunciarsi al mondo metallico praticamente in sordina, esattamente un anno fa, con un video e una song magistrali; firmare un incredibile e prestigiosissimo contratto con la superba Candlelight Records; portare “Quiescence”, debut-album di valore immane, alle ignare orecchie di recensori di tutto il mondo; e, infine, fare inevitabilmente breccia e botto assieme! Ebbene, riassunta in poche e superficiali righe la loro storia, è giunto il momento per Metalitalia.com di presentare finalmente la musica della rivelazione italiana del 2014, i romani Shores Of Null. Poche volte, e ancor meno in questi ultimissimi anni, ci è capitato di avere per le mani un esordio nostrano così perfetto e inattaccabile sotto qualsiasi punto di vista; sicuramente, in altri generi e sottogeneri magari, qualcosa di simile sarà stato fatto, ma, limitandoci al melodic death atmosferico di questo quintetto – o, perlomeno, a noi viene da identificarlo in questo modo meglio che in altri – ci si trova di fronte ad una prima volta, forse paragonabile in passato all’esordio di altre importantissime formazioni capitoline, Novembre e The Foreshadowing…ma si tratta di altri tempi, per i primi, e di altri livelli di maturazione, per i secondi. Gli Shores Of Null, invece, paiono magicamente aver trovato il bandolo della matassa del loro suono già ora, in questo primo vagito che ruggisce imperioso su tutta la scena internazionale del death melodico, del blackened doom e del black atmosferico, sfiorando anche qualcosa di post-, che ormai si vede e sente un po’ ovunque. E il bello è che – bisogna pur essere onesti, senza esagerare con le meraviglie – i Nostri non inventano praticamente nulla, niente di niente, ma riprendono e interpretano a modo loro sonorità altrui in maniera implacabile e certosina, andando a prendere in “The Heap Of Meaning”, per farvi un esempio concreto, la potenza e il tiro degli Amon Amarth e innestandoci sopra un chorus à la Katatonia da sciogliersi per l’emozione in tre secondi netti. Qualità dei brani, capacità di songwriting, produzione sopra le righe, ottima presentazione del disco e look perfetto della band: sono queste, oggigiorno, indiscutibilmente, le armi che permettono ad un lavoro di farsi notare o meno; e gli Shores Of Null hanno tutto ciò in ampia quantità. Chiaro, se ci mettiamo anche il contratto con la Candlelight, allora anche il più disattento metallaro del mondo, o il meno interessato al sottogenere, magari un’ascoltatina a “Quiescence” riuscirà a darla, scoprendo così un platter accattivante all’ennesima potenza eppure massiccio ed estremo, tutt’altro che quiescente, insomma! Katatonia, Insomnium, Novembers Doom, Ghost Brigade, Amon Amarth, Novembre, Opeth…sono solo alcuni dei nomi che vengono alla mente ascoltando questo capolavoro, ma ciò non vuol dire che gli Shores Of Null non abbiano idee proprie, anzi! La voce di Davide Straccione (Zippo) è di sicuro il pezzo forte dei ragazzi, sia se proposta nelle strofe in profondo growl, degno di Hegg o Akerfeldt tanto per intenderci, sia se presentata nei magnifici chorus in un pulito epico, decadente e squillante, davanti al quale il pur bravo Jonas Renkse potrebbe solo inchinarsi; il riffing della coppia Giaccari/Colace è fantasioso e curatissimo negli arrangiamenti, con poche sperimentazioni ma tantissimo gusto melodico e nel groove; nulla da dire sulla devastante sezione ritmica composta da Matteo Capozucca e da Emiliano Cantiano, supportante con diligenza e ‘semplicità’ il resto della baracca. Davvero, chi scrive è da giorni che ascolta senza tregua “Quiescence” e ancora non è riuscito a trovare un difetto palpabile o importante. L’atmosfera che impregna il debutto degli Shores Of Null non è chiaramente primaverile, né tantomeno estiva…l’autunno e l’idea della pace derivante dal letargo, dalla sospensione vitale, dal silenzio delle coltri di neve sono ben più adatti a descrivere il mood di brani splendidi quali “Night Will Come”, “Ruins Alive”, “Quiescent” e “Time Is A Waste Land”…ma in fondo, in realtà, chissenefrega che tempo fa fuori? L’oscurità dentro ognuno di noi giace in agguato sempre e intravvederla sdraiata sulle Spiagge di questo Nulla può solo farvi bene, probabilmente. Ascoltatene presto il richiamo e che il Sole muoia pure, dopo.