SHRINEBUILDER – Shrinebuilder

Pubblicato il 05/12/2010 da
voto
7.5
  • Band: SHRINEBUILDER
  • Durata: 00:39:12
  • Disponibile dal: 12/09/2009
  • Etichetta:
  • Neurot Recordings
  • Distributore: Goodfellas

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Potremmo sembrare un po’ freddi, ma chi ha familiarità con questo progetto saprà che non c’è nulla di cui meravigliarsi. E infatti il supergruppo (parola che in genere evoca scetticismo, ma non in questa sede) ha partorito il super-album. Daltronde se si prendono quattro bucanieri come Wino Weinrich (Obsessed, Hidden Hand, St. Vistus e via discorrendo) alla voce e chitarra, Dale Crover (Melvins, Porn, Altamont e mille altri) alla batteria e voce, Al Cisneros (Sleep, OM) al basso e voce, e Scott Kelly (Neurosis, Tribes of Neurot, Blood and Time e chi più ne ha più ne metta) alla voce e chitarra, e li si mettono tutti insieme in una stanza a registrare un album, cosa potremmo mai aspettarci? Niente, semplicemente un album monumentale. L’omonimo debutto di questa super-band infatti è proprio così: enorme. Il talento, l’esperienza e la perizia in gioco d’altronde lasciano poco spazio a dubbi, e la musica messa su nastro da questi quattro dinosauri dell’underground metal americano risulta essere un monolite post-doom-metal composto da cinque lunghe tracce maestose e imponenti come solo loro potevano crearne. E’ vero che in tutto il disco è riconoscibile e presente il sound e il mood di ognuno dei cinque musicisti presi individualmente, ma qua la parte dei leoni la fanno senz’altro Cisneros e Wino, perché questo è, senza se e senza ma, un trionfale album di doom metal americano classico e sontuoso. Le voci di Cisneros e Wino sono per lo più spiritate, stile Ozzy, e i pachidermici e fumosi riff di chitarra dello stesso Wino e di Scott Kelly si avvolgono ringhianti attorno alla sezione ritmica rocciosa e monolitica di Crover e Cisneros. Il patrimonio stoner-doom degli Sleep e degli Obsessed, insomma, è immediatamente riconoscibile e predominante nel magma sonoro degli Shrinebuilder, ma l’intero album risulta anche dannatamente avvincente e sfaccettato grazie al drumming a tratti eclettico di Crover (difficile per lui liberarsi completamente della follia dei Melvins), e alle feroci urla di Kelly che inevitabilmente rimandano alle desolate lande sonore dei Neurosis. Un album classico e immediatamente riconoscibile, si è detto insomma, ma non per questo qualcosa di già sentito. Semplicemente le anime che compongono questa belva non permettono uno scenario simile. Sembra quasi superfluo dilungarsi su un album fatto da gente che in anni di incontrastata carriera ha imposto agli occhi di tutti un modo unico di lavorare la materia metal, e se le super-band in genere lasciano il campo a dubbi, scetticismi e delusioni di ogni tipo, qua per una volta è un piacere constatare che, sì, basta sommare le singole parti coinvolte per non ottenere una semplice somma, ma bensì la moltiplicazione degli stessi, che sono sempre innegabilmente stati tutti dei pionieri e degli innovatori nei loro rispettivi ranghi. Chi conosce le parti coinvolte, insomma, sa benissimo che mai e poi mai si cimenterebbero in qualcosa di già sentito quando non lo hanno mai fatto nelle loro rispettabili band. Un album sul quale si potrebbero spendere parole su parole ma sul quale in realtà regna una cosa sola, ovvero i fatti, tanti e sostanziosi. Non rimane che fare una cosa sola: procedere all’ascolto, che, ovviamente, è stra-consigliato.

TRACKLIST

  1. Solar Benediction
  2. Pyramid Of The Moon
  3. Blind For All To See
  4. The Architect
  5. Science Of Anger
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