6.5
- Band: SIAMESE
- Durata: 00:36:20
- Disponibile dal: 09/08/2024
- Etichetta:
- Long Branch Records
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Una razza felina, un particolare tipo di gemelli monozigoti e il sogno degli Smashing Pumpkins: queste sono le più immediate associazioni d’idee al termine Siamese, cui da oggi si aggiunge anche l’omonima band proveniente dalla Danimarca: non propriamente dei novellini – “Elements” è il loro settimo album in tredici anni – né dei mostri di originalità, ma, sulla scia del successo travolgente di Bad Omens ed Architects, potrebbe essere arrivato il momento anche per loro di conquistare le luci della ribalta.
Quello proposto dal quintetto danese, come noto a chi li ha visti di spalla nella recente data del Corey Taylor solista, è un metal moderno che, partendo da una solida base ritmica a metà tra nu metal e moderno metalcore (i riffoni dell’uno, i breakdown dell’altro), rende il tutto ancora più accessibile con robuste tinteggiature di elettronica ed un cantato in cui la versatile timbrica pulita del cantante Mirza si erge a protagonista, con lo scream a complemento delle parti più pesanti.
Con la fluidità tipica dei giorni nostri, l’onnipresente substrato core (rigorosamente edulcorato ed iperprodotto) viene arricchito di volta in volta con le atmosfere electro-pop di “Vertigo” (in pratica The Weeknd con due riff distorti), una robusta iniezione di drum ’n bass (“Predator”, dove trova posta anche il violino in stile Imminence), R&B (“Chemistry”, sulla falsariga dei compianti Issues ma in salsa core) e finanche qualche accenno di synth techno-trance (“On Fire”).
A complemento, non potevano mancare una cover paracula (“God Is A Woman” di Ariana Grande, pensata per avvicinare il pubblico teen in cerca di emozioni ‘forti’) e la gimmick della conclusiva “This Is Not a Song”, che sostanzialmente utilizza il voice over di Tik Tok per accompagnare due minuti di breakdown scanditi dal coro ‘This Is Not a Song / It’s a Motherfucking Moshpit’, perfetto punto di contatto tra circle pit dal vivo e virali.
“Elements” è evidentemente un disco figlio del suo tempo, derivativo finché si vuole (ai nomi sopra citati aggiungiamo anche Nothing More e Beartooth), ma comunque divertente e funzionale per avvicinare le nuove generazioni cresciute a pane e reel.