7.0
- Band: SIBLINGS
- Durata: 00:38:21
- Disponibile dal: 16/02/2024
- Etichetta:
- Revalve Records
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Dopo i singoli “Lord Of Fear” e “Run Boy”, rilasciati nel 2023, è il momento per i Siblings di tirare fuori le unghie e presentare al grande pubblico il loro primo full-length dal titolo “The Time Has Come”: un prodotto musicale con cui il trio – completamente formato da musicisti nostrani – si pone sotto i riflettori del grande pubblico.
La gavetta fatta in band come gli Sharada o i Blind Cat – compagini in cui hanno militato tutti i membri dei Siblings – ha gettato le fondamenta di uno stile musicale di stampo prettamente power sinfonico, espresso nelle dieci tracce che compongono la prima release dal gruppo.
Il prodotto discografico presentato fa leva sulla voce calda e potente di Gianbattista Recchia, che si esprime appieno in ritornelli maestosi come quello di “From The Silence Of Your Land” oppure in intro completamente basati su pianoforte e voce come quello della melanconica “Rainy Night” che sboccia, nella seconda parte, in una cavalcata metal dai sapori kamelotteggianti. Se la voce di Recchia assolve il ruolo del protagonista, le chitarre – soprattutto acustiche – di Michele Debartolo vengono magistralmente impiegate in molti degli intro proposti, regalando sonorità sognanti e velatamente celtiche come quelle che troviamo in “The River” che, grazie al suo bell’arpeggio di apertura, riporta alla mente la meravigliosa “The Bard Song” dei Blind Guardian.
Vale la pena di sottolineare anche il notevole lavoro di orchestrazioni condotto sulle tastiere, suonate e composte dallo stesso frontman Recchia; e se dal lato vocale il cantante si ispira ad artisti come Roy Kahn dei Kamelot o Tobias Sammet degli Avantasia, sul lato pianistico maggiore spazio viene dato ad ensemble di archi in stile Symphony X, ascoltabili in “Lord Of Fear”, o ad idee decisamente più sperimentali, come la marimba elettronica di “The Hour Of Redemption”, brano che spicca anche per le solide linee di basso di Michele Quarato.
Facendo una panoramica complessiva sull’intero album, si nota come la prima parte si focalizzi maggiormente su pezzi esplosivi e di impatto, mentre la seconda risulti essere più calma ed introspettiva, con orchestrazioni di archi che lasciano il posto ad adagi di pianoforte, e brani che tendono ad avere una durata minore mano a mano che l’ascoltatore si avvicina agli atti conclusivi. Pur non essendo questo un lato necessariamente negativo, si ha l’impressione che una maggiore attenzione compositiva sia stata posta sui brani che vengono fruiti per primi in fase di ascolto.
“The Time Has Come” è un album discreto, supportato da una produzione curata e in grado di focalizzare il gusto e le influenze di tre artisti italiani di indubbio talento. Se non consideriamo l’artwork che, sinceramente, avrebbe beneficiato da un maggiore impulso creativo, possiamo dire di essere davanti ad un’opera di apertura caratterizzata già da una certa solidità e ricercatezza; aspetto, questo, non scontato in un genere come il power metal sinfonico, che risulta essere, specialmente negli ultimi tempi, un po’ statico e privo di band di carattere.