7.0
- Band: SICKENING
- Durata: 00:33:33
- Disponibile dal: 11/04/2011
- Etichetta:
- Amputated Vein
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Italia terra di sole, mare e death metal: chi l’avrebbe detto 10-15 anni fa? E’ ormai da qualche anno che la nostra scena death è una solida realtà: ciò, oltre a gonfiare d’orgoglio il cuore degli appassionati, mette costantemente davanti a noi, promulgatori a cottimo del verbo, una certa quantità di gruppi qualitativamente validi. Oggi è il turno dei death metaller fiorentini Sickening, giunti al secondo album, il cui tracciato stilistico sembra percorrere la via che parte dai Suffocation e Cannibal Corpse, passa dai Dying Fetus (“Unhealthy Illusions”) e arriva ai moderni lidi frequentati da gente come i Devourment e i Disfigured: dei primi c’è la pesantezza, la dinamica è invece più affine ai secondi. Già da “On The Edge Of Psychosis” è chiaro il gusto per il riff solido e quadrato, tuttavia non appesantito da eventuali autoindulgenze, cosa importante per due motivi: c’è la maturità per gestire con misura le proprie idee e, soprattutto, i pezzi non risultano congestionati, godendo anzi di un bel groove; ciò comporta un lavoro ritmico preciso, possibilmente potente, e – nel caso in questione – qualche volta creativo, come evidente da “Clones Of A Stereotype”, che in qualche momento suona perfino epica (ovvio, un “epos” alla “She Was Asking For It”: dirvi di chi offenderebbe la vostra conoscenza della materia). “Against The Wall Of Pretence” è un disco che gode anche di altri pregi, ad esempio la produzione che, pur non spaziando in un’ampia e colorata gamma di frequenze auditive, riesce a valorizzare ogni singolo pezzo, facendosi prova di un lavoro svolto in modo professionale: indubbia nota di merito. Infine ci sembra doveroso evidenziare quanto questi ragazzi abbiano maniera nel costruire bene un pezzo: le forme più moderne di death metal devono godere di strutture articolate come accade nel loro album; verificatelo di persona attraverso la titletrack, forse il pezzo migliore del lotto, e “Mental Collapse”, con i suoi strani accenni melodici. Se vi piace il death metal, la sensazione che vi darà questo album è quella di un disco bello “pieno”, dove niente è lasciato al caso: l’approccio agli strumenti è buono, la scrittura si attesta su livelli discreti e l’energia di certo non manca.