7.0
- Band: SICKENING
- Durata: 00:36:34
- Disponibile dal: 10/03/2015
- Etichetta:
- Amputated Vein
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L’uscita del terzo disco, da che mondo è mondo, rappresenta un passaggio decisivo nella carriera di molte band. L’occasione migliore (se non addirittura l’ultima) per dimostrare l’effettiva qualità della propria musica, offrendo al pubblico in ascolto uno stile ampiamente limato e consolidato. Benissimo, alla luce di quanto detto e senza timore di smentite, possiamo affermare che i fiorentini Sickening non si sono fatti trovare impreparati all’appuntamento: “The Beyond”, concept album sul classico dell’horror italiano “…E tu vivrai nel terrore! L’aldilà” di Lucio Fulci, è infatti la loro opera più coesa e matura, dopo che già i precedenti “Ignorance Supremacy” (2008) e “Against The Wall Of Pretence” (2011) avevano lasciato intravedere buone capacità in materia di death metal brutale e parossistico. Prendendo ancora una volta spunto dai pesi massimi della scena statunitense (Cannibal Corpse, Gorgasm, Suffocation, ecc.), i Nostri imbastiscono una tracklist compatta e scorrevole, all’interno della quale si respira sì un certo mestiere, ma anche tantissima passione nei confronti di queste sonorità grondanti sangue, troppo spesso rappresentate da gruppi non all’altezza del loro compito. I brani, a partire dalla terrificante opener “Into The Unknown”, godono di strutture chiare, comprensibili, con cambi di tempo fluidi e riff mai troppo cervellotici ad erigere un muro del suono impressionante, reso ancora più massiccio dall’ottima prova della sezione ritmica e dai vocalizzi bestiali del frontman Claudio Miniati, il quale commette un solo errore: non lasciare respirare adeguatamente alcuni passaggi musicali (pregevoli sia dal punto di vista tecnico che da quello compositivo), soffocandoli con il suo growling fognario. Poco male, comunque: gli estimatori dei gruppi sopracitati e del death metal in generale avranno di che divertirsi durante questa intensissima mezz’ora, specie se messi di fronte a sfuriate lancinanti come quelle presenti in “The Prophecies Of Eibon” o ai rallentamenti catastrofici di una “The Slow Pace Of Suffering”.