SIGH – Shiki

Pubblicato il 23/08/2022 da
voto
8.0
  • Band: SIGH
  • Durata: 00:46:03
  • Disponibile dal: 26/08/2022
  • Etichetta:
  • Peaceville

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I Sigh sono un gruppo che ormai ha raggiunto lo status di leggenda, dagli esordi legati alla Deathlike Silence Productions fino ai nostri giorni, e i giapponesi hanno più volte dimostrato, dall’alto della loro posizione, di non sentire la necessità di legarsi a schemi o sonorità ben delineati, continuando a produrre, al contrario, musica che va a pescare dal metal in senso lato come da molte altre fonti. Queste esplorazioni hanno portato a risultati altalenanti, non nella qualità, sempre alta e con pochi passi falsi (“Graveward”, per ammissione dello stesso Mirai), quanto nella tipologia delle proposte, con l’ultimo album “Heir To Despair” che, nella sua apparente normalità, raggiungeva vette di follia notevoli.
“Shiki” porta avanti questa tradizione fatta di anarchia musicale ma, come ci si potrebbe aspettare da artisti del genere, lo fa in modo differente dal suo predecessore, rispetto al quale la formazione è completamente cambiata ed include, oltre a Mirai Kawashima e  alla compagna Dr. Mikannibal, Frédéric Leclercq (Kreator), Mike Heller (Fear Factory, Raven) ed il cavallo di ritorno Satoshi Fujinami: ancora una volta siamo di fronte ad una miscela di generi che lascia attoniti ma, dopo qualche ascolto, ci si rende conto di come come questi pezzi siano tra i più pesanti composti dalla band di Tokyo da parecchio tempo a questa parte, ed il filo conduttore legato al metal riesce a mitigare la schizofrenia che ha reso alcune opere precedenti che risultavano difficilmente affrontabili. Non mancano momenti in cui è evidente, se non per pezzi interi almeno per alcune parti, un ritorno alle radici legate a Venom, Celtic Frost e ad un black metal crudo e selvaggio, come in “Shoujahitsumetsu” e “Fuyu Ga Kuru”, ma sempre con un occhio all’heavy metal classico e a riff ed assoli epici e melodici che rimangono impressi, mentre in altri frangenti si spazia dall’elettronica di “Shikabane” al trip hop infernale di “Satsui – Geshi No Ato”, che riesce ad unire Massive Attack ed Aborym come se non ci fosse niente di strano. Ma il brano che veramente ha una marcia in più è il singolo “Mayonaka No Kaii”, nelle parole del leader della band “una specie di culmine di ciò che i Sigh hanno combinato nella loro carriera“, un incrocio tra metal e psichedelia con tanto di flauto, vocoder, Hammond ed altre diavolerie – corredato dal video dell’artista Costin Cioreanu – che non sarebbe stato fuori luogo in un album quale “Utgard” degli Enslaved. In mezzo a tutto ciò, l’approccio è sempre quello prog, eclettico e teatrale a cui i Sigh ci hanno abituati; ovviamente non manca il sax e, soprattutto, mai così forte è stata in passato la presenza della terra natale della band: dalla copertina ai testi ispirati ad antichi poemi nipponici, fino al titolo che può avere molte traduzioni, come ‘quattro stagioni, tempo di morire, condurre un’orchestra, cerimonia, motivazione, colore’ (anche se, nelle parole dei protagonisti, solo i primi due sono significativi per l’album).
Un altro tassello importante in una discografia non immune da macchie ma sicuramente unica per eterogeneità e coraggio.

TRACKLIST

  1. Kuroi Inori
  2. Kuroi Kage
  3. Shoujahitsumetsu
  4. Shikabane
  5. Satsui - Geshi No Ato
  6. Fuyu Ga Kuru
  7. Shouku
  8. Kuroi Kagami
  9. Mayonaka No Kaii
  10. Touji No Asa
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