SIKTH – The Future In Whose Eyes?

Pubblicato il 22/07/2017 da
voto
7.0
  • Band: SIKTH
  • Durata: 46:04
  • Disponibile dal: 02/06/2017
  • Etichetta:
  • Millennium Night
  • Snapper Music
  • Distributore: Audioglobe

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Tra le precisazioni del progressive degli ultimi anni è sicuramente stata essenziale quella orientata verso quel metal fatto di contaminazioni, partiture sghembe, ritmiche funamboliche e impatto potente. In questo grande insieme spiccano sicuramente i nomi di quelle formazioni che questo orientamento lo hanno perseguito per parecchi anni: un nome tra tutti è quello dei Sikth. Dal primo “The Trees Are Dead & Dried Out Wait For Something Wild”, datato 2003, la formazione di Mike Goodman ha saputo orientarsi sempre verso un imprevedibile compendio di influenze, mantenendo pur sempre una certa dose di personalità e sicuramente allontanando il pressapochismo, che infetta molti dei cloni e delle fotocopie di band che oggi emulano Periphery, Animals As Leaders e Tesseract (per citarne solo alcuni tra i più rappresentativi). Piacevolmente rientrati nei ranghi, dopo lo iato del 2007, con un buonissimo EP chiamato “Opacities”, li si aspettava caldamente al varco del nuovo full length e sicuramente questo “The Future In Whose Eyes?” non delude le aspettative di chi aveva alimentato l’attesa e la grande ammirazione nei confronti della band inglese. L’alt-metal condito di tendenze fine anni ’90 viene rielaborato con le tendenze djent contemporanee e rimiscelato con un cantato sempre più impervio e intricato di altri innesti vocali, tra i quali figura il nuovo Joe Rosser, imponendosi come marchio di fabbrica inequivocabile per Mike Goodman e il suo sestetto. A metà tra Mudvayne e e Protest The Hero scorrono gran parte delle composizioni del terzo lavoro dei Sikth, soprattutto in brani come “Weavers Of Woe”, altalenanti melodie e riff sincopati, di prima fattura. “Abbiamo creato dei momenti bellissimi in questo album. La band ha fatto della musica incredibile, brutale, tecnicamente intricata mescolata a momenti psichedelici.” commenta il leader Goodman, e continua: “Penso che questo sia il nostro migliore album”. Il secolo dei narcisisti da social network, dell’egocentrismo più bieco e di un futuro sempre più celato di pessimismo sono i grandi temi affrontati nel corso dell’album, che offre la sua parte di rigetto nei confronti di queste mentalità e atteggiamenti nel modo che può: brutale, diretto eppur elaborato e condito di momenti più riflessivi. C’è sicuramente del contenuto valido in questo nuovo lavoro, che prosegue quel che di buono era presente in “Opacities”, e dove spiccano dei brani come “Vivid”, “Century Of The Narcisist?” e “No Wishbones”, diretti ed efficaci, momenti di narrativa orwelliana come “The Moon Has Been Gone For Us” che approfondiscono l’immaginario, e altri più dilatati e accattivanti come “Golden Cufflinks”, che riescono a rendere affascinante un album pieno di math, tech-core, djent, e progressive metal, carico di contenuto e di perizia musicofila. ‘The madness in this city glows / And my comfort in this chaos grows / For we are taken care of well, / And driven to and form our luxury shell / Machine gun man stands by the door, to protect us / I like it here, think I’ll come back for more’.

TRACKLIST

  1. Vivid
  2. Century of the Narcissist?
  3. The Aura
  4. This Ship Has Sailed
  5. Weavers of Woe
  6. Cracks of Light
  7. Golden Cufflinks
  8. The Moon's Been Gone for Hours
  9. Riddles of Humanity
  10. No Wishbones
  11. Ride the Illusion
  12. When It Rains
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