6.5
- Band: SILENT FORCE
- Durata: 00:44:48
- Disponibile dal: 13/12/2013
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
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Da Krefeld, Germania, non provengono solo i Blind Guardian, ricordiamocelo… Anche i Silent Force, compagine teutonica nata nel 2000 con una connotazione abbastanza simile a quella di una sorta di super band del power metal, citano infatti la stessa cittadina quale luogo istituzionale di formazione. A parte questo aneddoto iniziale, considerata appunto la caratura dei nomi che fin dagli inizi hanno orbitato intorno a questa band, il nome Silent Force non sarà nuovo a molti di voi. Formata ai tempi dell’esordio dal chitarrista Beyrodt (Primal Fear, Voodoo Six), dal batterista Hilgers (ora nei Rage) e dal notissimo D.C. Cooper (Royal Hunt) ai microfoni, la band si era data molto da fare nei primi anni del nuovo millennio, buttando sul mercato in quattro anni ben tre dischi caratterizzati da un power metal tedesco molto veloce e melodico, che parlava di Gamma Ray, Stratovarius e Helloween senza troppi misteri. Dopo il quarto album “Walk The Earth”, targato 2007, avevamo però perso le tracce di questa formazione power metal di lusso, almeno fino all’autunno di quest’anno, periodo in cui Beyrodt e Hilgers annunciano che sarebbero tornati alla carica con una formazione rinnovata, annoverante nelle proprie fila diversi amici e addirittura compagni in altre band. Matt Sinner è infatti compare di Beyrodt nei Sinner, nei Primal Fear e nei Voodoo Circle, mentre il nostrano tastierista Alessandro Del Vecchio e il cantante Michael Bormann sono sicuramente nomi noti del panorama metal melodico attuale. Considerando i nuovi nomi coinvolti, tutti dotati di personalità e di uno stile definito da anni di carriere di tutto rispetto, non ci stupiamo nemmeno troppo nel constatare come la musica dei Silent Force sia effettivamente cambiata a seguito di questi sconvolgimenti di lineup. Dal power metal tout-court dei primi album approdiamo infatti in un meno veloce, ma più coinvolgente, heavy melodico, più o meno sullo stile di Powerworld, Love.Might.Kill e Eden’s Curse. Tracce di power certamente permangono, soprattutto sui pezzi veloci come l’opener “Caught In Their Wicked Game”, nella quale clavicembali e chitarre creano la classica alchimia sdoganata dagli Stratovarius sul finire degli Anni ’90, ma a definire la cifra stilistica attuale dell’intero lavoro concorrono adesso in misura superiore le soluzioni chitarristiche fortemente hard rock di Beyrodt o la roca voce di Bormann, piuttosto che le furiose progressioni in doppia cassa. Troviamo quindi godimento e sollazzo più nell’ascolto delle belle melodie e delle soluzioni chitarriste di brani che mostrano il nuovo volto che in quello dei pezzi più sparati e in qualche modo ‘classici’. Sono infatti le canzoni di classe come “There Aint’ No Justice” o “Anytime Anyway”, quelle che mostrano appieno il lato melodico e ‘pomp’ della band, a colpirci di più e farci parlare di un buon album. Certo, qualche difettuccio c’è: la proposta non è originalissima, Bormann non sarà D.C.Cooper… tuttavia quest’ultimo si rivela indubbiamente un bravissimo cantante hard, perfettamente inquadrato nel genere e decisamente a suo agio con queste canzoni. “Rising From Ashes” si conferma dunque, grazie alle indubbie qualità dei nuovi inserimenti, una vera e propria ‘rinascita dalle ceneri’ per il gruppo tedesco. E mai titolo fu più profetico!