7.5
- Band: SIMULACRO
- Durata: 00:39:00
- Disponibile dal: 15/04/2013
- Etichetta:
- ATMF
- Distributore: Masterpiece
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Arrivano dalla Sardegna, ma non aspettatevi niente di solare da parte dei Simulacro, temibile progetto avviato nel 2009 che, grazie al supporto della solida ed affidabile ATMF/De Tenebrarum Principio, riesce ora a dare alle stampe questo suo primo full-length. “Fall Of The Last Idol” è un album caratterizzato da una persistente atmosfera viziosa, che trascina l’ascoltatore in uno stato di trance profondo ed irrequieto. L’interessantissimo lavoro di batteria di Anamnesi diviene una sorta di dinamico sostegno sul quale il gruppo opera numerose modulazioni, poggiandoci sopra estese stratificazioni e variazioni di grado delle chitarre e delle tastiere, che partono da basi black e death per poi discendere in quelle cadenze e suggestioni oblique e stranianti che negli anni hanno costituito il perno di gruppi singolari come i Marduk degli ultimi album, gli Akercocke, i Mysticum e buona parte della scena black metal transalpina. Il tutto è poi avvolto da un mantello vocale severo ma espressivo, che ha chiaramente il compito di tessere ulteriori dense atmosfere deviate. La persistenza delle metriche e il saltuario utilizzo dell’idioma nazionale ne amplificano la portata ipnotica, la quale si attenua solo quando il comparto tastieristico si apre a soluzioni più tradizionali, anche se mai ampollose. “Fall…” è certamente un album per certi versi singolare, capace di coinvolgere sia per la varietà delle trame – che appunto poggiano su una sezione ritmica molto efficiente, dando campo ora al groove ora ai blast-beat più serrati – sia per la stabilità e e la consistenza della sua atmosfera, che ci presenta senza mezzi termini un gruppo estremamente coeso e con le idee chiare. L’unica vera pecca del lavoro è rappresentata dal fatto che la tracklist parta subito in maniera eccellente con “Rex Tremendae Majestatis” e non riesca poi a ripetersi sugli stessi livelli. Tuttavia, è altrettanto vero che non vi è un solo filler nelle sette tracce dell’opera; se ascoltata tutto d’un fiato, può davvero rappresentare un viaggio alienante.