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- Band: SINE MACULA
- Durata:
- Disponibile dal: //2001
- Distributore: Self
Incredibilmente glaciale,sintetica e morbosa la proposta di Sine Macula,new sensation del panorama electro-synthetic-dark-pop-metal, sotto gli auspici del guru Steve Sylvester e della sua Lucifer Rising. Sine Macula è un progetto che ruota attorno alla figura di Andrea De Venezia,polistrumentista dai mille volti e dalle tante influenze che compongono quest’ottimo esordio,dal dark metal debitore della band del già citato Sylvester(il quale oltre a produrre l’intero lavoro,partecipa alla stesura della title track donandogli un’interpretazione impagabile) all’electro-pop e space-rock degli anni 80 e di quelle alienanti mutazioni genetiche proprie dei migliori David Bowie,Alphaville, Soft Cell ,da una componente gothic metal che non può non riportare alle mente le sonorità di “Aegis” dei Theater Of Tragedy fino alla modernissima commistione tra heavy metal ed electrogoth propria (in misura differente e con le giuste proporzioni) di band come Rammstein,The Kovenant e gli ultimi Death SS.La cosa che più stordisce di questo album, è la capacità di stupire con un pur sostanziale minimalismo, arricchito però da una morbosità accentuata da suoni spaziali ed archi vellutati che si insinuano sottopelle già dai primi istanti.L’ascoltatore è persuaso dal bianco infinito,la totale assenza di materia e la corrosione del coma siderale che compongono ogni singolo aspetto in questo lavoro di Sine Macula non sono altro che un’allegoria del Peccato ,celato appunto dal candore dell’Innocenza.Non c’è nulla lasciato al caso , ogni singolo suono è al suo posto,in un ‘architettura glaciale ed incredibilmente pura nei suoi intenti;la voce di Luigi Alberio è perfetta nelle sue rotondità,e nel suo fluire delicato, mentre gli interventi di Andrea sono accostabili al cantanto del primissimo :Wumpscut: in versione ancora più alienata;le chitarre,che non si risparmiano anche momenti di virtuosismo, costruiscono strutture geometriche perfette tangenti al cerchio della voce e le linee di synth. Un album davvero ragionato, con un potenziale commerciale tutto sommato neanche troppo elevato (i brani infatti sono tutti di una lunghezza superiore alla media, e le melodie per quanto molto easy-listening sono pur sempre sostenute da un sound ‘fastidioso’),ed un calibro artistico da non sottovalutare.Consigliatissimi.