6.5
- Band: SINISTER
- Durata: 00:30:28
- Disponibile dal: 12/05/2003
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Audioglobe
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Eccoli, son tornati, i godfather olandesi del death metal! “Savage Or Grace” è il titolo scelto per questo ennesimo album, che non fa altro che proseguire il dettato stilistico intrapreso dalla band sin dagli esordi. Gli esordi, sì, prorpio gli esordi che in alcuni casi – invece di rappresentare un trampolino di lancio per gli anni succesivi – rischiano di diventare (come nel presente caso) un macigno che pesa sopra il destino ed il prosieguo del cammino della band. “Cross The Styx” (anno 1992) rappresenta (non soltanto per chi scrive) qualcosa di più di un semplice album death metal incredibilmente oscuro e brutale: è una pietra fondamentale dell’evoluzione del metal nella sua veste estrema. Il successivo “Diabolical Summoning” non è stato da meno in quanto ad intensità, poi i Sinister sono entrati in una fase non proprio ‘ispiratissima’ che, vuoi per un motivo vuoi per un altro, è continuata sin oltre le soglie del nuovo millennio. Lecito, dunque, avere una certa curiosità per l’uscita dell’ennesima fatica delle band, le aspettative nei confronti della quale sono state in parte deluse, mentre i timori confermati. la band non gode di ottima salute, in questi anni si è fatta superare decisamente dalle ‘nuove leve’, specie quelle brutali provenienti da oltre l’oceano. Questo è un album che, pur ben fatto e suonato, manca di quel pizzico di rabbia devastante che aveva caratterizzato la band molti anni fa… sarà perché dai Sinister sia lecito aspettarsi qualcosa di più di un semplice buon album, sarà per la produzione con qualche pecca, sarà per un songwriting non sempre ispiratissimo e ‘fresco’, ma questo “Savage Or Grace” rimane un discreto album e nulla più. L’opener “Rise Of The Predator” è una canzone di tutto rispetto, violenta come il sound dei Sinister dei bei tempi, e anche la titletrack non è da meno. I momenti migliori degli olandesi li abbiamo quando i tempi si velocizzano e i Sinister gettano tutta la loro energia nella musica; meno convincenti alcuni momenti sospesi tra un mid tempo poco incisivo e ripartenze non sempre riuscitissime, là dove una voce effettata alla lunga perde il suo ‘fascino’ e diventa troppo monotona. Un’altra band senza la classe dei Sinister sarebbe caduta nella polverosa mediocrità dando alla luce un brutto album, mentre i Sinister, invece, in un certo qual modo continuano a ‘vivere di rendita’ riuscendo a salvarsi e a confezionare un album gradevole sebbene non fantastico. Oppure è il nome Sinister a pesare sulla valutazione di un album che, se registrato da un gruppo anonimo, potrebbe diventare anche più interessante. A voi il giudizio su questa storica band europea…