7.0
- Band: SINNER'S BLOOD
- Durata: 00:49:53
- Disponibile dal: 27/09/2024
- Etichetta:
- Frontiers
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Di power/prog metal proveniente dal Cile, ad essere onesti, non se ne sente spesso parlare, specialmente nel vecchio continente. Proprio per questa ragione siamo più che felici di aver messo le mani – o meglio, le orecchie – su “Dark Orizons”, il secondo prodotto discografico della band sudamericana “Sinner’s Blood”, rilasciato quattro anni dopo il loro full-length di esordio: “The Mirror Star”.
Lo stile proposto dal quartetto è quello di un heavy metal che mescola sapientemente e, con discreto successo, diverse influenze che spaziano dall’heavy di Ronnie James Dio al power dei primi Angra, inglobando non pochi elementi del progressive dei Symphony X; il tutto sporcato ed imbastardito ma, all0 stesso tempo, rinfrescato e variegato da sporadiche pennellate sonore prese in prestito dal djent, dal thrash e dalla musica elettronica o sinfonica.
Ai primi ascolti l’album appare roccioso e compatto, dotato di una maturità sonora che, francamente, non ci aspettavamo da una band così giovane. Le degustazioni successive mettono in luce pezzi interessanti come la title-track, dall’apertura aggressiva e il ritornello carico di pathos, interrotto solo da un intermezzo di piano che pulisce la bocca e apre le danze sulla seconda parte del brano su cui si articola un solo di chitarra melodico che arricchisce il pezzo con gusto senza mai scadere nella mera tecnica.
Dal punto di vista sperimentale risulta valida anche “Enemy”, che, anche grazie ad un’apertura fatta di doppio pedale e sintetizzatori, ci catapulta nelle sonorità degli svedesi Amaranthe; il risultato è un brano interessante seppur un po’ fuori tema e forse maggiormente spendibile in contesti live, vista l’alta dose di adrenalina. Molto bella anche la ballata “The Voice Within” a cui viene forse dato poco rilievo all’interno dell’album, ma capace di regalare all’ascoltatore un’atmosfera fluida e quasi onirica, su cui la gran voce di James Robledo riesce a dare il meglio di sè.
“Dark Horizon” è un buon prodotto che porta avanti uno stile musicale che farà sicuramente storcere il naso alla vecchia guardia ma, al contempo, ci sprona ad aprire le orecchie ad una nuova generazione di musicisti che, volente o nolente, stanno plasmando il panorama metal, mettendo insieme influssi e ispirazioni provenienti da diversi artisti ed ‘ere’ musicali.
I Sinner’s Blood sono una piacevole scoperta proveniente da una terra che non è mai stata rinomata per i grandi nomi regalati alla scena progressive, motivo in più per cui “Dark Horizon” merita un buon ascolto e voto di tutto rispetto.