SIRENIA – Riddles, Ruins & Revelations

Pubblicato il 10/02/2021 da
voto
5.0
  • Band: SIRENIA
  • Durata: 00:52:44
  • Disponibile dal: 12/02/2021
  • Etichetta:
  • Napalm Records
  • Distributore: Audioglobe

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Seguiamo Morten Veland sin dai tempi dei Tristania e siamo ben consapevoli di come, partendo da un gothic/death metal, nel corso degli anni, specialmente con i suoi Sirenia, abbia cercato di sperimentare alcune novità, orientando peraltro il suo stile di recente verso un approccio molto fresco e moderno, che ha accolto anche un ricorso sempre più frequente a sonorità elettroniche. Non ci saremmo però certo aspettati che per questo decimo studio album dei Sirenia ci saremmo ritrovati di fronte ad una sorta di ‘metal che incontra Hit Mania Dance’. Il paragone è volutamente esagerato, però bisogna dire che in questo “Riddles, Ruins & Revelations” il ricorso a sonorità elettroniche, suoni campionati, programming e, in qualche caso, persino ritmiche da musica dance, è talmente importante da diventare addirittura preponderante.
Non è certo una novità che ci siano gruppi che hanno accolto sonorità elettroniche, unendole ad un approccio molto diretto, con ritornelli vicini al pop, quali possono essere Amaranthe o Beyond The Black, giusto per citare due esempi, ma questi hanno saputo comunque mantenere un certo equilibrio tra parti rock/metal e questi elementi. Al contrario, nel nuovo lavoro dei Sirenia, questo equilibrio, contrariamente ad un buon disco com’era il precedente “Arcane Astral Aeons”, pare completamente saltato. Al di là di un paio di tracce, “Towards An Early Grave” e “This Curse Of Mine”, ci ritroviamo di fronte ad una sorta di metal intriso di synthpop, con l’aggravante peraltro che stavolta neppure ci sono ritornelli particolarmente catchy, anzi, talvolta sono talmente stucchevoli da risultare persino insopportabili (si ascolti, in tal senso, ad esempio, “Into Infinity” o l’obbrobriosa “Beneath The Midnight Sun”). Viene poi notevolmente ridotto il ricorso alle growl vocals, ormai una presenza praticamente sporadica (appena qualche secondo in alcuni brani ma neppure in tutti) e talvolta la parte ‘dance’ prende talmente il sopravvento che quando attacca finalmente qualche assolo di chitarra appare persino fuori luogo, quasi una presenza estranea in quel contesto. Non possiamo poi considerare un caso che la band abbia scelto di inserire una cover di Desireless (la celebre “Voyage, Voyage”), una delle regine del synthpop francese degli anni ’80.
Insomma, non ci è per nulla piaciuta questa svolta dei Sirenia e, anche volendo assecondare Veland, sia pure a malincuore, in questo cambiamento, il songwriting non è brillante come al solito (inaspettatamente, stavolta è brutto persino il duetto tra la Zoldan e Joakim Næss, nel brano “Downwards Spiral”), salvo alcune buone intuizioni, nè ci convince particolarmente il risultato finale. C’è qualche traccia meglio riuscita, come la già citata “Towards An Early Grave” o “Passing Season”, ma in generale, per questo tipo di musica, non siamo neppure realmente convinti che la Zoldan possa essere la cantante più indicata, perciò a questo punto è necessario che, al di là di questo disco/esperimento, Veland decida realmente che strada voglia far intraprendere ai Sirenia.

TRACKLIST

  1. Addiction No. 1
  2. Towards An Early Grave
  3. Into Infinity
  4. Passing Seasons
  5. We Come To Ruins
  6. Downwards Spiral
  7. Beneath The Midnight Sun
  8. The Timeless Waning
  9. December Snow
  10. This Curse Of Mine
  11. Voyage Voyage (Desireless cover)
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