4.0
- Band: SIX FEET UNDER
- Durata: 00:34:30
- Disponibile dal: 20/04/2007
- Etichetta: Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Se con il recente “13” i Six Feet Under erano riusciti a dare alle stampe un lavoro più che discreto – nonostante una produzione piatta e un lavoro di chitarra a tratti un po’ troppo prevedibile – con “Commandment” ci tocca invece definitivamente dichiarare la morte artistica di questa band, oggi del tutto incapace di realizzare qualcosa che possa anche solo in parte essere definita interessante. Sia chiaro che i Six Feet Under, pur realizzando un paio di buoni album nei primi anni della loro carriera, non sono mai stati dei geni del death metal – quindi di certo non ci stavamo aspettando un capolavoro da parte loro – ma questa volta il quartetto è riuscito più che in qualsiasi altra occasione a mettere a nudo tutti i propri limiti, sfoderando una tracklist a tratti a dir poco imbarazzante. Ormai è noto a tutti che i Six Feet Under sono dei grandissimi fan degli AC/DC, tuttavia non è ammissibile che una death metal band nel 2007 spacci due (brutti) riff incollati assieme per canzoni. Addirittura, in certi casi, si ha a che fare con delle tracce costruite su un singolo riff ripetuto una dozzina di volte, con la sola variante di un assolo di pochi secondi posto nel mezzo. E’ pur vero che i suddetti AC/DC hanno fatto la loro fortuna con brani strutturati più o meno in questi modi… ma un conto è avere a che fare con una hard rock band, che con i suoi indimenticabili ritornelli ha fatto la storia del suo genere, e un conto è dover affrontare mezz’ora abbondante di pseudo-death metal cadenzato con Chris Barnes che sbraita dal primo all’ultimo secondo su metriche ormai note e stra-note. Detto di una produzione come sempre piuttosto anonima, non ci resta quindi che augurarci che i Six Feet Under d’ora in avanti si prendano molto più tempo per comporre, oppure che Barnes si dedichi al 100% ai Torture Killer, con i quali l’anno scorso ha realizzato un buonissimo disco. Siamo spiacenti, ma con una manciata di riff uno più scialbo dell’altro e senza un briciolo di grinta, non si va proprio da nessuna parte…