7.0
- Band: SIX FEET UNDER
- Durata: 00:36:54
- Disponibile dal: 05/05/2015
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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I Six Feet Under non sono una vera band ormai da tempo. Chris Barnes non è solamente il leader indiscusso della formazione: anno dopo anno il frontman ne è anche diventato l’unico membro ufficiale, con Steve Swanson e altri personaggi relegati al ruolo di meri esecutori per le date live. Se la doppietta “Undead”/”Unborn” era stata composta da membri di Chimaira, Whitechapel e Torture Killer, per la stesura della musica del nuovo “Crypt Of The Devil” il cantante ha assoldato l’intera lineup dei sempre più lanciati Cannabis Corpse, ovvero il gruppo-parodia nato originariamente proprio per omaggiare le gesta dei Cannibal Corpse con Barnes al microfono. Phil Hall e soci si sono insomma ritrovati a comporre canzoni per il loro idolo di gioventù, ricreando una situazione “da film” che da un lato sta facendo sorridere i loro estimatori e dall’altro sta fornendo nuovi assist per il partito anti-Barnes, dato che quest’ultimo evidentemente è ormai costretto a rivolgersi a dei fan per provare ad offrire qualcosa di competitivo. Ironia a parte, si può dire però che il Nostro abbia visto giusto nell’ingaggiare Hall e compagni: “Crypt Of The Devil” è infatti un lavoro sulla falsariga di un “Beneath Grow Lights Thou Shalt Rise” o di un “From Wisdom to Baked”, ovvero un album basato su un songwriting pratico e competente, che tutto sommato sarà in grado di strappare più di un sorriso a tutti gli appassionati del classico death metal made in Florida. D’altronde, i ragazzi hanno evitato di rifarsi completamente al tipico stile Six Feet Under: il primo singolo “Open Coffin Orgy” in ampi tratti ostenta un groove banale vicino a certe vecchie cose del gruppo, ma fortunatamente si tratta di un episodio isolato; per il resto del disco, Phil Hall, Brandon Ellis e Josh Hall hanno scritto e suonato con più disinvoltura, offrendo a Barnes varie soluzioni che – proprio come il materiale della loro band – ricordano ora i classici Cannibal Corpse, ora un death metal anni Novanta dalle vaghe velleità tecniche. Sicuramente siamo al cospetto di alcuni dei brani più movimentati su cui il frontman abbia avuto modo di esprimersi negli ultimi 15/20 anni: “Break the Cross in Half” o “Lost Remains” non avranno magari il tiro e l’appeal immediato di una “Staring Through the Eyes of the Dead”, ma di certo non lasciano indifferenti con la loro altalena di accelerazioni e break pastosi. E anche quando i Nostri riprendono i temi senza troppe novità, si è lontani dal ricevere quei terribili pezzi-riempitivo tipici di tante vecchie produzioni Six Feet Under. Alla fine dei conti, possiamo perciò dirci soddisfatti di questo “Crypt Of The Devil”: Barnes ha azzeccato questa sua ultima mossa da calciomercato e i nuovi tesserati hanno fatto il loro dovere. Ora starà ai fan di Six Feet Under e Cannibal Corpse godere di questo inaspettato buon ritorno.