7.0
- Band: SIX FEET UNDER
- Durata: 00:46:59
- Disponibile dal: 24/02/2017
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Il nuovo album dei Six Feet Under è di nuovo il frutto di una collaborazione fra Chris Barnes e un manipolo di musicisti piú giovani ai quali il frontman ha affidato le chiavi del songwriting. Se “Crypt of the Devil” portava la firma di Phil Hall e dei suoi Cannabis Corpse, per comporre i brani di “Torment” Barnes si è rivolto a Jeff Hughell e Marco Pitruzzella, entrambi ex membri della meteora Brain Drill e da un paio di anni parte della line-up da concerto degli stessi Six Feet Under. Avendo potuto saggiare le qualità dei ragazzi in tour, il leader del progetto ha evidentemente pensato che entrambi potessero avere qualcosa da dire anche in studio. Ecco quindi che ci troviamo davanti ad un altro disco scritto da forze fresche/esterne, abili nel rivisitare alcuni stilemi tipici del gruppo in una chiave piú vitale e movimentata. C’è ovviamente poco del sound frenetico e ultra tecnico dei Brain Drill in “Torment”, ma si sente che i brani sono stati composti da gente abituata a suonare musica ben piú complessa di quella che i Six Feet Under hanno offerto per anni. Con “Torment” abbiamo a che fare con un death metal che strizza l’occhio ai Cannibal Corpse storici, mescolato con qualche parentesi piú tecnica (il basso di Hughell è sempre in primo piano) e con le immancabili soluzioni groovy marchio di fabbrica della band. Difatti, a volte il suddetto Hughell sembra volutamente insistere su queste parentesi cadenzate per dare modo a Barnes di esprimersi su ritmiche a lui piú familiari; il sentore di forzatura qua e là è dietro l’angolo, ma, come per “Crypt…”, l’ascolto non arriva a tediare troppo spesso. Così, anche se un paio di canzoni potevano senz’altro essere escluse dalla tracklist, di certo abbiamo tra le mani un disco vivace e nel complesso ben architettato, lontano da quella piattezza che ha contraddistinto vari lavori della band. Mestiere e freschezza trovano un buon punto di incontro in “Torment” e Barnes, soprattutto grazie a pezzi come “Sacrificial Kill”, “Skeleton” e “Obsidian”, porta a casa il secondo risultato utile consecutivo degli ultimi tempi. L’appuntamento con la pensione è di nuovo rimandato.