7.0
- Band: SIXTY MILES AHEAD
- Durata: 00:44:30
- Disponibile dal: 21/10/2016
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Dopo i buoni responsi ottenuti con “Millions Of Burning Flames”, tornano alla carica i Sixty Miles Ahead con “Insanity”, secondo album che vede il passaggio dalla tedesca Antstreet all’americana Eclipse Record. Quello che non è cambiato è il trademark sonoro del quartetto milanese, saldamente ancorato ad un hard-rock che affonda le radici nella scena losangelina di fine anni ’80, contaminato però con un approccio più moderno atto a rendere il tutto più godibile e meno ‘vintage’. Pronti via, la partenza affidata a “Lost In My Mind” mette subito in mostra i muscoli delle sezione ritmica, con la chitarra di Fulvio Carlini a fungere da asse portante e le linee vocali del singer Sandro Casali, novello emulo in alcuni passaggi di un certo John Francis Bongiovi (sentire “Dead Space” o “No One Else” per credere), ad aumentare il tasso di melodia. Passando in rassegna il resto della tracklist, colpisce l’abilità dei quattro meneghini nel riportare in auge le sonorità dei vari Skid Row, L.A. Guns e primi Bon Jovi – si vedano esempio “Every Time I Try”, la title track o “Neverending Fight” – riuscendo ad accontentare sia i rocker più attempati (comprese le groupie MILF) che, se pure in misura minore, le nuove generazioni cresciute nel segno dell’alternative rock più radiofonico. Peccato soltanto che, a pochi mesi dall’uscita del disco, la band si sia dovuta sciogliere per effetto della malattia che ha colpito il già citato chitarrista Fulvio Carlini, ma “Insanity” resta il degno epitaffio artistico di una formazione che avrebbe avuto ancora molto da dire.