9.0
- Band: SIXX: A.M.
- Durata: 00:48:54
- Disponibile dal: 03/05/2011
- Etichetta:
- Eleven Seven Music
- Distributore: Self
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Il progetto capitanato dal bassista e principale compositore dei Motley Crue giunge a questo secondo capitolo destinato nel bene o nel male a ridisegnare nuovamente i confini del rock. Una dichiarazione così forte è sicuramente destinata a far discutere e a creare polemiche, ma quando ci si ritrova a divorare un disco per giorni interi senza avere la minima voglia di spegnere lo stereo, significa che finalmente siamo arrivati ad una nuova rivoluzione attesa oramai da troppo tempo. Anche in questa occasione Sixx richiama all’ovile il poliedrico cantante, produttore e polistrumentista James Michael e DJ Ashba, talentuoso chitarrista divenuto piuttosto celebre per militare in ciò che rimane dei Guns’n’Roses. Sixx – a differenza dell’egocentrico Marylin Manson – lascia furbescamente agli due altri componenti la libertà di partecipare attivamente al songwriting ed il risultato finale è a dir poco sbalorditivo. Dimenticatevi completamente gli spandex, le tutine colorate e i capelli cotonati: questo album celebra il presente ed evita il terribile errore di scadere in un patetico citazionismo di un passato oramai morto e sepolto assieme a Reagan e agli yuppies. "This Is Gonna Hurt" ha il privilegio di avvalersi di una produzione strepitosa, ma soprattutto di contenere undici brani (o meglio undici hit single) che rasentano la perfezione compositiva ed esecutiva. James Michael ci offre una performance vocale da tramandare ai posteri, dimostrando di essere l’unico cantante attualmente sul mercato in grado di gareggiare in termini di potenza ed espressività con Myles Kennedy degli Alter Bridge. In questi cinquanta minuti il rock perde la propria purezza per farsi contagiare dalla profonda emotività contenuta nel pop intelligente di "Oh My God", un brano che gli U2 non riescono più a scrivere da vent’anni neanche se vengono ricoperti d’oro, mentre l’accattivante singolo "Lies Of The Beautiful People" – nel quale compare tra i credits anche John 5 – è costruito su un groove contagioso valorizzato da un ritornello vincente. La genialità fa capolino nel crescendo di "Goodbye My Friends", ingannevole nel fraseggio iniziale di pianoforte che la potrebbe fare apparire come l’ennesima ed inutile ballad, ma che muta improvvisamente in un crescendo che mescola l’urgenza del punk con la caleidoscopica teatralità che richiama alla nostra memoria la bizzarra teatralità dei Muse. Gli accordi rilassati della ballata "Sure Feels Right" ci prendono per mano e ci accompagnano nella California più rurale, così come la malinconica "Smile" – arricchita da un tappeto di archi – è in grado di farci sognare ad occhi aperti. Le emozioni scorrono a fiumi con l’adrenalinica titletrack, mentre dietro l’apparente banalità di "Are You With Me" scopriamo di avere tra le mani un autentico gioiello di pop rock. In questa ipotetica colonna sonora del 2011 non troviamo nè gli spettri di un remoto passato, nè un briciolo di speranza di ottenere un futuro migliore come la migliore tradizione punk britannica insegna, ma solo la certezza di definire "This Is Gonna Hurt" un disco semplicemente imperdibile per chiunque sia convinto che il rock non abbia più nulla di nuovo da dire.