7.0
- Band: SKELETAL REMAINS
- Durata: 00:36:55
- Disponibile dal: 07/08/2015
- Etichetta:
- F.D.A. Records
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Con il nuovo “Condemned To Misery” gli Skeletal Remains si guardano bene dall’uscire dalla nicchia che sono riusciti a crearsi con l’apprezzato debutto “Beyond The Flesh”. I californiani prendono lo stile di quest’ultimo e lo affinano quel tanto che basta per evitare il tag di disco-fotocopia. Mentre il primo album presentava canzoni arrembanti ma anche qualche ingenuità in fase di arrangiamento e struttura, per la realizzazione di questa opera i Nostri sembrano avere ragionato maggiormente, con l’obiettivo di raggiungere un suono più rotondo ed efficace. Si avverte come al solito l’ispirazione ai suoni death metal della prima metà degli anni ’90 e il gruppo non ha certo perso la voglia di ricreare quelle atmosfere caustiche tipiche dei Morrisound Studios dei cosiddetti tempi d’oro. “Condemned To Misery” propone esattamente ciò che ci aspetteremmo da una formazione che idolatra i Death di “Leprosy”, i primi Pestilence, i Morgoth di “Cursed” e i Gorguts di “Considered Dead”, ma questa volta i brani sembrano qualcosa di più di una semplice collezione di riff ispirati agli antichi maestri. Si sentono maggiore organizzazione ed equilibrio, le sfuriate non si interrompono bruscamente e i pezzi si concludono con armonia, senza ricorrere a rapidi fade out o stop improvvisi. In generale si nota anche una maggior attenzione verso la melodia, che diventa più matura e ponderata senza però perdere la propria natura velenosa. La thrashy “Ethereal Erosion” e la strumentale “Still Suffering”, in particolare, riescono ad offrire una miscela esuberante che garantisce l’alchimia necessaria per lo scoppio della definitiva scintilla tra la band e i suoi fruitori; manca forse una ulteriore messa a fuoco per il futuro, una maggiore concentrazione sull’obiettivo per evitare anche le ultime banalità, ma pare proprio che gli Skeletal Remains siano sulla buona strada. Tra tanto old school death metal intento a rivangare sempre le solite formule (soprattutto scandinave), fa piacere trovarsi ad ascoltare un gruppo come questo, che guarda ad influenze un po’ meno trite e che è in grado di confezionare canzoni tutto sommato invitanti.