SKELETAL REMAINS – Fragments of the Ageless

Pubblicato il 05/03/2024 da
voto
8.0
  • Band: SKELETAL REMAINS
  • Durata: 00:45:37
  • Disponibile dal: 08/03/2024
  • Etichetta:
  • Century Media Records

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Per usare una metafora simil-darwiniana, la musica degli Skeletal Remains è ormai l’anello di congiunzione tra il rigore della tradizione death metal dei primi anni Novanta e la vitalità di un approccio alla composizione in cui non ci si fossilizza su una singola influenza e dove si cerca sempre di mettersi alla prova a livello tecnico ed esecutivo. Non sempre è stato così, ma ormai da un paio di album a questa parte, la proposta del gruppo californiano è un luogo in cui vari influssi di diversa provenienza si incrociano in modo del tutto naturale, rielaborando la cosiddetta vecchia scuola con un tiro e una vivacità non comuni. Tutto questo è il frutto di un autentico lavoro di squadra sul fronte compositivo, sul quale regna una mente tanto aperta agli scambi quanto poco adattabile a quegli scompartimenti angusti in cui l’ossigeno della creatività è destinato a bruciare troppo in fretta.
Con il nuovo “Fragments of the Ageless” gli Skeletal Remains confermano tutta la loro passione e generosità di band avvezzo ad immergersi nella tradizione solo per ricavarne dettami e suggerimenti utili per mettere in piedi canzoni che sappiano brillare di luce propria, con un gusto e un’ispirazione determinanti nel cucire i lembi di un dualismo appunto collocabile fra fedeltà alla linea e rinnovamento.
La cifra dell’album consiste nel volersi proporre come prodotto corale al cui interno i singoli musicisti, intenti a liberare la forza propulsiva del linguaggio che più gli è congeniale, riescono a coniugare tecnica e sostanza alla maniera dei grandi classici del genere. Se dal punto di vista formale questo è senz’altro il disco più tecnico e rifinito del repertorio della band – prendendo direttamente le mosse dal precedente “The Entombment of Chaos”, prova della maturità con cui il gruppo aveva definitivamente fatto il salto di qualità- il vero punto di forza della musica si conferma ancora una volta la notevole predisposizione dei quattro a confezionare canzoni nell’accezione classica del termine, ‘singoli’ di facile presa che, a dispetto magari di numerosi cambi di tempo e di un forte impatto propulsivo, sanno come imporsi subito all’attenzione dell’ascoltatore, offrendo spunti memorizzabili all’interno di uno sviluppo coerente e mediamente digeribile già dalla prima fruizione.
Certo, i californiani non scrivono delle nuove “Dead By Dawn” o “Immortal Rites”, ma è innegabile come le loro chitarre in aperta abrasione si concentrino – molto più di quelle di tanti altri colleghi contemporanei – sulla rifinitura e la rotondità del lavoro di chitarra e sul confezionamento di canzoni il cui moto parte da una sorta di accumulo inesorabile per descrivere una parabola ascendente fatta di riff sempre degni di questo nome, a cui si contrappone una sezione ritmica brillante, preparatissima sulle basi e sempre misurata nella gestione dei cambi di passo (vedi ad esempio l’eccellente “Forever in Sufferance”).
Se le fonti di ispirazione possono essere a dir poco tradizionali – Morbid Angel, Disincarnate, Demolition Hammer, Cannibal Corpse, primi Gorguts e Death, giusto per citare quelle più prominenti – il cosiddetto songwriting della band è prepotentemente pieno del brio e dell’attitudine di chi lo ha imbastito, sprizza euforia e si nutre di spiragli e di alternanze che talvolta sembrano regolare l’intensità della luce per flirtare con le ombre. Per farla breve, gli Skeletal Remains compongono con una disinvoltura che oggi purtroppo non è più in dote a molti vecchi maestri: possiamo disquisire a oltranza sul fatto che la musica dei ragazzi non sia ‘originale’ – parte dell’opener “Relentless Appetite”, ad esempio, è una “Summoning Redemption” velocizzata – ma, per chi non vuole limitarsi ad ascoltare sempre e solo le solite pietre miliari, i loro sforzi recenti sono una vera e propria manna dal cielo.
“Fragments of the Ageless” è insomma un album che combina varie anime in un death metal frastagliato e al contempo carico di groove, dinamico e tecnico senza cadere in inutili sofismi. Più semplicemente, l’ennesima prova di come questa band riesca a rivisitare al meglio il concetto di ‘classico’, dando vita a risultati di alto livello che vanno oltre l’omaggio appassionato. Certo, probabilmente il tutto renderebbe anche meglio sotto una resa sonora meno ‘meccanica’ e più ruvida e naturale, ma, al tempo stesso, non va mai dimenticato che questa sia una realtà che va ammirata dal vivo per essere del tutto apprezzata. In questo senso, cercate di non perdere l’occasione, quando questa si presenterà.

 

TRACKLIST

  1. Relentless Appetite
  2. Cybernetic Harvest
  3. To Conquer the Devout
  4. Forever in Sufferance
  5. Verminous Embodiment
  6. Ceremony of Impiety
  7. Void of Despair
  8. Unmerciful
  9. ...Evocation (The Rebirth)
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