8.5
- Band: SKELETOON
- Durata: 00:57:49
- Disponibile dal: 08/03/2019
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
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Gli Skeletoon sono una formazione in rapida ascesa nel panorama underground nazionale. Senza mai fermare la loro attività live nel giro di quattro anni hanno già dato alla luce tre full-length di valore. Quindi dopo le prime due uscite, ben accolte da critica e pubblico, giunge il momento della verità con il terzo capitolo dell’irriverente “Nerd Saga”. I Nostri non snobbano l’etichetta affibiatogli di ‘happy metal band’ ed anzi, la fanno propria divenendone una sorta di paladini. Come loro stessi scrivono nel comunicato del promo ‘questa saga serve per far vedere il mondo con gli occhi di coloro che sono stati allontanati con la forza dalle masse a causa delle loro passioni’. E allora quale opera migliore su cui basare il concept del disco se non l’avventura di una banda di ragazzini strampalati che, proprio grazie a quelle caratteristiche per cui vengono scherniti ed isolati, saranno gli unici a trovare il mitico tesoro di Willy L’orbo e salvare Goon Docks? Stiamo parlando ovviamente de “I Goonies”! Questa storia si rivela particolarmente funzionale per l’album intrecciando perfettamente i parallelismi creati tra la trama, il senso dato al lavoro e lo stile ironico della band che calza a pennello coi toni del film. Quindi trova un connubio, diciamo, morale ed istrionico con la pellicola prodotta da Spielberg, cult dei tardi anni Ottanta, proprio il periodo in cui il tipo di power metal proposto dalla band vive un momento particolarmente florido e da cui essi traggono la loro matrice sonora. La cornice del lavoro dimostra già il valore dell’opera che non verrà smentito dalle tracce in essa contenute. La ricetta rispetto ai precedenti lavori è sommariamente la medesima proponendo però un impatto ancor più diretto a livello compositivo rispetto al suo predecessore, dove trovavamo brani dai toni prog come “Awakening”. Quindi dopo un piccolo intro si vola sulla note spedite di “Hell-O” tipico brano tirato power metal in cui notiamo sin da subito un livello di produzione ottimo ottenuto, nemmeno a dirlo, presso i Domination Studio di Simone Mularoni. Poco dopo si viaggia sugli stessi ritmi in “Bizardly Bizarre: The Truffle Shuffle Army” con Alessandro Conti (Trick Or Treat, Twilight Force). Qui i due vocalist danno libero sfogo alle proprie abilità canore a suon di linee vocali dalle altezze vertiginose. Dopo una ballad piacevole ma non indimenticabile, unica debacle della tracklist, si torna su di giri col motore ritmico grazie al brano “They Never Say Die” cantato dal solo Tomi Fooler. A seguire “Last Chance”, brano dal tiro squisitamente hard rock (ed infatti sentiamo far capolino l’inossidabile voce di Michele Luppi). Ma la sorpresa migliore è la partecipazione dell’ugola sempreverde di Morby (voce dei Domine) in “I Have The Key” capace di una performance che non fa sembrare così lontani i tempi del vocalizzo agli ultrasuoni di Dragonlord. Brano riuscitissimo specialmente per piglio esecutivo e composizione. Menzione d’onore per la cover degli Avantasia “Farewell” – uno degli ultimi anthem a tuttotondo del metal melodico – eseguita in maniera perfettamente fedele, anche nei suoni. Dato il contesto diventa immancabile la cover di Cindy Lauper del brano “Goonies R Good Enough”, tema principale della colonna sonora della pellicola, con ospite Giacomo Voli (Rhapsody Of Fire). L’impiego massiccio di voci esterne alla formazione aggiunge valore qualitativo oltre a dare dinamismo a livello musicale. A fine ascolto questo “They Never Say Die” si dimostra un album che ha come minimo comune denominatore di tutti i brani la lampante e, soprattutto, trascinante verve melodica della band che viene ben miscelata (sviluppandosi tra schiette galoppate di doppia cassa e ritmi dal tiro più hard rock) nelle esecuzioni che, pur mostrando ampiamente le derivazioni stilistiche, riescono a far trasparire le capacità dei singoli musicisti e la loro identità musicale negli arrangiamenti. Oltretutto vengono offerte delle prove tecnicamente inattaccabili riuscendo a non perdere mai quel tono giocoso che da sempre caratterizza il sound di questa band. In fin dei conti però, più che nelle qualità musicali espresse, la vera forza di questo disco risiede nella perfetta contestualizzazione ed amalgama tra il concept della saga, l’elemento narrativo, il genere proposto e l’empatia trasmessa da tutti i musicisti coinvolti. Se siete legati al film o semplicemente amate i lavori di Tobias Sammet e degli Helloween, in periodo Hansen/Kiske, non potete assolutamente perdervi quest’uscita che vi trascinerà in ripetuti ascolti.