8.0
- Band: SKELETOON
- Durata: 00:44:00
- Disponibile dal: 03/03/2017
- Etichetta:
- Revalve Records
- Distributore: Masterpiece
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Nati come cover band degli Helloween (del periodo con Michael Kiske) una decina d’anni fa, gli SkeleToon avevano pubblicato nel 2015 il loro primo album di canzoni originali, intitolato “The Curse Of Avenger”. Il secondo full-length, “Ticking Clock” si apre con il suono di una radio, che accenna nelle diverse stazioni temi di colonne sonore celebri degli anni ’80, quali “La Storia Infinita”, “A-Team” o “Ghostbusters”. Una sorta di proclamazione d’intenti, una dichiarazione d’amore per quel decennio che trasuda in tutto l’album. Viste le premesse, sarebbe stato lecito aspettarsi il ‘solito’ disco clone degli Helloween o del power melodico tedesco in generale, tanto più che il cantante Tomi Fooler va spesso e volentieri alla ricerca di tonalità altissime. Eppure le cose non stanno esattamente così, perchè gli SkeleToon riescono a smontare qualsiasi preconcetto sotto tutti i profili. Innanzitutto, è interessante far notare come ci sia capitato più volte di vedere appioppata l’etichetta di band ‘happy metal’ in senso quasi spregiativo, legato in particolare ad uno stile caratterizzato da canzoncine banali con facili melodie. Gli SkeleToon ribaltano questo concetto, definendosi essi stessi una band che suona ‘happy’: d’altronde è vero che il loro approccio è scanzonato e quasi irriverente, magari anche con refrain catchy di facile presa. Ciò non significa però che la loro non sia musica di qualità, per l’assoluta bontà del songwriting, gli arrangiamenti di altissimo livello e la bravura a livello esecutivo: tutto ciò unito al fatto che, se le loro influenze affondano indubbiamente le radici nel power tedesco (ma anche nell’heavy ottantiano più classico), gli SkeleToon ci mettono pure del loro, aggiungendo la giusta personalità, la loro ironia e un gusto tipicamente italiano, dimostrando come si possa oggi benissimo suonare power melodico senza essere troppo derivativo. I brani sono semplicemente trascinanti e coinvolgenti: si va da pezzi tirati e veloci (“Dreamland”, “Chasing Time”, “Mooncry”) ad autentiche cavalcate heavy (“Night Ain’t Over”), passando per raffinati pezzi melodici (“Drowning Sleep”) e tracce potenti e teatrali (tra Savatage e Avantasia) quali la title track. Affascinanti ed emozionanti anche un paio di brani più lenti, vale a dire la pianistica “Watch Over Me” e “Falling Into Darkness” (interpretata con la chitarra acustica). In chiusura troviamo la traccia che non ci si aspetta con “Awakening”, un brano di oltre dieci minuti dalle sfumature progressive, molto ben strutturato e impreziosito da una splendida performance chitarristica: del resto, bisogna riconoscere come i due axe-men, un po’ in tutto l’album, con i loro assoli puntino non solo sulla velocità ma anche sulla capacità di trasmettere un certo feeling. Va inoltre segnalato come nel disco compaiano una serie di ospiti di un certo calibro: ci riferiamo a Guido Benedetti dei Trick Or Treat (che oltre a suonare le chitarre si è occupato anche del songwriting), Jonne Jarvela (Korpiklaani), Piet Sielck (Iron Savior) e Jens Ludwig degli Edguy (viene menzionato anche un tale Tomika Fulida di tali Lunamantis sul quale invece sorvoliamo in quanto riteniamo si tratti di uno scherzo). Ottimo disco, davvero ben curato sotto tutti gli aspetti e a questo punto non ci resta che complimentarci con gli SkeleToon e con il loro happy metal.