SKEPTICISM – Farmakon

Pubblicato il 29/06/2003 da
voto
5.0
  • Band: SKEPTICISM
  • Durata: 01:02:22
  • Disponibile dal: 18/04/2003
  • Etichetta:
  • Red Stream

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Difficile valutare un cd così strano. I ‘palati fini’ devono viaggiare distanti da un prodotto così nero (e non solo nell’artwork). Questo ultimo album degli Skepticism avrebbe potuto essere un cd di avanguardia verso una musica proiettata in un mondo fantascientifico, fatiscente, in rovina. Un mondo come ce lo possiamo immaginare dal film “Alien”, dove il silenzio si fa ancor più angosciante dei rumori, di una cupa musica in sottofondo. Ecco cosa poteva essere, ma che non è stato. Le colpe vanno equamente divise tra band e produzione. Iniziamo dalla band: i tempi, quando sono veloci, sfiorano il doom metal! Forse nemmeno i Bethelem avevano osato tanto… minimalismo portato all’estremo, riff abbastanza sui generis per essere catalogati black o death, ma comunque sono già sentiti e così semplici che a volte lasciano sbalorditi. Per carità, nulla contro l’immediatezza e semplicità, ma bisogna saperle dividere dalla pochezza. La batteria è suonata in modo abbastanza appossimativo nonostante non sia continua, né lenta, né veloce. Ricalca un approccio primitivo alle percussioni e di rado le trovate non sono male, un’intuizione che poteva essere realizzata certamente meglio. La voce? Riempie. Ecco il termine letterale. Una voce growl pesante, potente, che si espande nell’aria fino a riempirla tutta. Ossessiva, inquietante, sofferta, ma dopo più di un’ora di cd la sofferenza è tutta dell’ascoltatore. La concezione della musica degli Skepticism, va ripetuto, per certi versi sa di geniale (una musica un po’ intesa come i Dolorian del debutto), un cupo capitolo di sofferenza che però non raggiunge (per tanti motivi) gli immensi Therogothon finlandesi all’epoca del loro demo. Il secondo aspetto, ovvero la produzione di questo “Farmakon” (titolo che rende l’idea dell’effetto del cd sul vostro sistema cerebrale), riserva solo delusioni. La voce, già globalizzante di suo, poteva essere registrata ad un volume più basso, ma il vero problema è costituito dalla batteria: a prescindere dal modo in cui è suonata, i suoni sono decisamente fuori luogo rispetto al resto degli strumenti. Purtroppo le nostre orecchie sono ormai assuefatte al piattume delle produzioni del suono di batteria: il 99% delle band ormai usa il trigger e l’intensità è un lontano ricordo. Qui però si passa da un estremo all’altro; i volumi sbalzano troppo e incidono negativamente sulla canzone. I suoni vorrebbero avvicinarsi ad un suono idealmente ‘tribale’ senza però riuscirci. Forse sarebbe stato meglio un suono più vicino a quello di una classica drum machine, chissà. I piatti sono volontariamente (credo) registrati ad un livello più basso, ma sono distinguibili, lontani e sinistri e qui la trovata dgli Skepticism può essere interessante. Le canzoni sono troppo lunghe per disporre di un feeling insufficiente (inutile l’apporto in tal senso dei synth, monotoni pure loro con lo stesso suono di organo presente su quasi tutto il cd); la noia alla fine ha la meglio su ogni presunta buona idea contenuta in “Farmakon” ma, di certo, per qualche fachiro della musica questo cd potrà essere stimolante, se non una dolce tortura.

TRACKLIST

  1. The Raven And The Backwards Funeral
  2. Shred Of Light, Pinch Of Endless
  3. Farmakon Process
  4. (Untitled)
  5. Nowhere
  6. Nothing
1 commento
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