SKID ROW – The Gang’s All Here

Pubblicato il 11/10/2022 da
voto
8.0
  • Band: SKID ROW
  • Durata: 00:41:09
  • Disponibile dal: 14/10/2022
  • Etichetta:
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Per quanto nell’immaginario dei normali fruitori di hard rock gli Skid Row siano associati automaticamente ai primi due album, l’omonimo e “Slave To The Grind”, e li si ritenga un pezzo d’antiquariato, la realtà è che tra alti e bassi la band di vere pause se ne è concesse poche, trascorsa l’effimera sbornia di successo tra fine anni ’80 e primi ‘90. Se negli anni 2000 gli album “Thickskin” e “Revolutions Per Minute” hanno avuto accoglienze generalmente tiepide e l’accoppiata di EP “United World Rebellion: Chapter One” e “Rise of the Damnation Army – United World Rebellion: Chapter Two” non ha scosso chissà quanto il grande pubblico, complice uno status underground ormai acclarato, ecco che l’entrata in formazione dell’ex cantante degli H.E.A.T. Erik Grönwall faceva presagire un ritorno di fiamma verso Dave Sabo e compagni.
Se negli anni si è vociferato, senza che ve ne fosse fondamento, di una reunion con l’originario cantante Sebastian Bach, la realtà è che gli Skid Row non hanno alcuna intenzione di orientarsi a uno smielato revival; ecco allora che l’accogliere in line-up un musicista di nome, di curriculum non indifferente e – cosa non da poco – abbastanza giovane, deponeva a favore di una rinnovata fase creativa per il gruppo.
Con “The Gang’s All Here”, titolo emblematico, ritroviamo effettivamente gli Skid Row in splendida forma, alle prese con un suono che vuole andare a ravvivare lo sleaze rock dei primi due album e mette sul piatto un esplosivo concentrato di hard rock, heavy metal, melodie ruffiane, cori insistenti e un entusiasmo che azzera la distanza temporale coi primi due album. Se qualcuno aveva paura che Grönwall fosse eccessivamente caratterizzante e avrebbe spostato l’ago della bilancia verso sonorità fin troppo levigate e cristalline, ci pare che ciò non sia proprio avvenuto e che l’artista svedese abbia preso le redini della situazione come meglio non avrebbe potuto fare. Complice un songwriting ispirato e accattivante, “The Gang’s All Here” chiama al party, all’euforia, al sano divertimento scatenato che il rock nella sua forma migliore dovrebbe garantire.
A maggior ragione in album simili, l’apertura andrebbe affidata a un brano incisivo, che non abbia incertezze nel dare l’indirizzo stilistico: “Hell Or High Water” fa centro pieno in tal senso, forte di un andamento rolleggiante tremendamente heavy e un incessante scambio di botta e risposta tra voce principale e backing vocals. L’insistenza su cori e coretti vari è un costante leitmotiv del disco, come l’intervallare brevi pause di quiete a ripartenze scatenate e assoli avviluppanti, brevi e intensi. Grönwall adotta metriche e tonalità per nulla lontane dal Bach dei tempi d’oro e il songwriting sembra plasmato apposta per far combaciare come ai tempi – idealmente a metà strada tra la maggior orecchiabilità di “Skid Row” e la granitica compattezza di “Slave To The Grind” – spensieratezza e impatto heavy metal. La titletrack alza i giri e chiama a raccolta fan vecchi e nuovi, l’immersione in un clima da notte di bagordi senza fine è totalizzante e l’ispirazione solista innalza al massimo il livello di adrenalina. La festa e la magia proseguono con l’ancora più concitata “Not Dead Yet”: pochi indugi, volumi al massimo e via a rotta di collo, per un’altra canzone che non ne vuol sapere di uscirci dalla testa.
C’è sicuramente una ricerca minuziosa del refrain vincente, del groove inarrestabile e di agganci melodici tentatori, ma questo si accompagna a una scrittura frizzante, che non si limita affatto a voler richiamare gli anni giovanili. In alcuni casi si preferisce la leggerezza (la spensieratezza adolescenziale di “When The Lights Come On”), in altri un pizzico di cattiveria (gli artigli di “Nowhere Fast”), con la sicurezza che non ci sono riempitivi a far scemare l’entusiasmo. La coppia di chitarre gira a pieno regime, che si tratti di ‘ingrassare’ il suono o di smussare gli angoli e concedersi momenti più sciolti, Sabo e Hill non ne sbagliano una; la sezione ritmica a sua volta pesta duro e non si appiattisce mai in andamenti troppo prolungati o fuori contesto, creando una botta sonora dal taglio moderno, ma senza esagerare.
Gli Skid Row sono passati alla storia anche per una manciata di ballad memorabili, vale la pena allora dare risalto anche all’unico brano relativamente ‘lento’ della tracklist: “October’ Song” è un pezzo malinconico e struggente, che mette in mostra le doti interpretative di Grönwall e la capacità del gruppo di maneggiare sonorità lievemente intristite senza perdere in enfasi, attraverso chiaroscuri strumentali emozionanti e una serie di solismi da brividi. “The Gang’s All Here” rimette gli Skid Row al centro della scena hard rock , ridando smalto a un gruppo che in troppi consideravano oramai inesorabilmente decaduto.

 

TRACKLIST

  1. Hell Or High Water
  2. The Gang’s All Here
  3. Not Dead Yet
  4. Time Bomb
  5. Resurrected
  6. Nowhere Fast
  7. When The Lights Come On
  8. Tear It Down
  9. October’s Song
  10. World’s On Fire
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