7.0
- Band: SKINDRED
- Durata: 00:48:35
- Disponibile dal: 27/01/2014
- Etichetta:
- Cooking Vinyl
- Distributore: Edel
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Gli Skindred non hanno mai avuto troppo fortuna bel Bel Paese, probabilmente per la proposta troppo variegata e poco catalogabile, un crossover articolato e multiculturale che mischia rock, punk e metal a generi sotto i radar come dub, drum’n’bass e dancehall. Non ci sorprende vederli trionfare davanti al pubblico casuale di qualsiasi festival, dal Wacken allo Sziget, perché chiunque abbia avuto la fortuna di assistere a un loro live show sa dell’eccezionale resa live della formazione: chi scrive infatti non esita a catalogarli come una delle migliori live band in attività, soprattutto per il magnetismo e la capacità di coinvolgere dell’ex Dub War Benji Webbe, vero e proprio trascinatore di folle. L’unico problema degli Skindred è sempre stato quello di essere incapaci di incatenare l’energia e il divertimento dei propri live nella dimensione in studio. Ogni volta speriamo nella pubblicazione di un album da ricordare, che riesca a cancellare questa fama o maledizione. “Kill The Power”, continuando a ripudiare cliché e stereotipi, è di sicuro un buon album che arricchirà la setlist dei ragazzacci del Galles. Ci sono diverse bombe pronte a far rimbalzare un intero tendone o a distruggere una pista da ballo: ci riferiamo ovviamente al singolo “Kill The Power” col suo riff hip hop, all’eccezionale banger “Ninja” col suo sviluppo dalle influenze imprevedibili e dal finale anthemico, alla dubstep che invade “Playing With The Devil” ma anche alla solare e inattesa “Saturday”, potenziale singolo dalle qualità trasversali. Funzionerebbe tutto alla perfezione se solo non ci fossero, nel cuore dell’album, un trio di canzoni più ordinarie leggermente fuori contesto. Ci riferiamo ovviamente a “The Kids Are Right Now”, “More Fire” e “Open Eyed”, che prese oltre questa cornice sembrerebbero quasi una collaborazione di Benji alla voce sul disco di qualcun altro. Giusto le canzoni registrate col supporto dell’autore esterno Russ Ballard, firma di pregio ma non troppo amalgamata con la formazione. Il capolavoro è sfuggito anche stavolta quindi, ma resta uno splendido regalo per tutti gli amanti del crossover, genere all’interno del quale gli Skindred confermano di aver ben pochi rivali in ambito contemporaneo!