6.5
- Band: SKYCLAD
- Durata: 00:43:01
- Disponibile dal: 28/04/2017
- Etichetta:
- Listenable Records
- Distributore: Audioglobe
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Formazione unica nel panorama metallico, gli Skyclad sono stati tra i primi a mescolare heavy metal e tradizione folk, forti del vero spirito inglese che permea le loro composizioni e che non scade, come spesso accade in altre formazioni, nel fantasy di bassa lega. Per anni il violino di Georgina Biddle, la vocalità carismatica di Martin Walkyier e l’apporto fondamentale del resto della band ci hanno regalato album straordinari che non hanno avuto la fortuna che avrebbero meritato. Nel 2001 l’abbandono di Walkyier ha minato seriamente la stabilità della formazione inglese, ma fortunatamente gli Skyclad sono rimasti in vita, con il chitarrista Kevin Ridley a ricoprire il ruolo di cantante: da allora le pubblicazioni della band sono state centellinate e, addirittura, abbiamo dovuto attendere otto anni prima di avere tra le mani il seguito di “In The… All Together”. “Forward Into The Past” segna il rientro Dave Pugh in formazione, chitarrista già in forze nel triennio ’92-’95, e vede gli Skyclad cimentarsi in composizioni sfaccettate che, ovviamente, tengono vivo lo stile folk metal del gruppo, ma non disdegnano divagazioni più classicamente hard ’n’ heavy. Indubbiamente la varietà dell’album è uno dei suoi punti di forza, però, a parere di chi scrive, la qualità delle canzoni non si mantiene sempre sugli standard del passato. O meglio: quando la formazione di Newcastle Upon Tyne decide di giocare in casa, facendo emergere la sua anima folk, allora non ce n’è per nessuno, rimangono dei maestri incontrastati; al contrario, quando cercano di uscire troppo dal seminato, il risultato non è altrettanto esaltante, lasciando all’ascoltatore un po’ l’amaro in bocca. Abbiamo così, da un parte, pezzi di grandissimo spessore, come “Change Is Coming”, sorretta dall’egregio lavoro al violino di Georgina; “A Heavy Price To Pay”, coinvolgente danza che ci riporta direttamente a qualche sagra di paese immersa nel verde; oppure “The Queen Of The Moors”, con le chitarre acustiche a dialogare sapientemente con il violino. Dall’altra, invece, troviamo una manciata di brani più anonimi e spigolosi, come “Starstruck?”, “The Measure” o l’inconcludente “Last Summer’s Rain”. Promossa a pieni voti, invece, la stramba “State Of The Union Now”, energica punk-folk song che zigzaga tra i generi senza mai perdersi per strada. Che dire, dunque? A conti fatti, “Forward Into The Past” resta un buon album, ma che non ci sembra possa essere accomunato ai capitoli più luminosi della carriera degli Skyclad. E sì, non per essere nostalgici, ma Martin Walkyier continua a mancarci parecchio!