7.0
- Band: SKYHARBOR
- Durata: 01:08:24
- Disponibile dal: 10/11/2014
- Etichetta:
- Basick Records
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Gli Skyharbor sono noti ai più per essere il side project di Daniel Tompkins, vocalist ritornato di recente a far parte dei Tesseract, anche se, in verità, la band sarebbe nata per volontà dal chitarrista indiano – così come tutti gli altri membri del gruppo , ad eccezione dell’inglese Daniel – Keshav Dhar, che peraltro è il principale songwriter del gruppo. “Guiding Lights” infatti è il secondo capitolo, e se nel loro debut “Blinding White Noise: Illusions And Chaos”, Daniel appariva in veste di “guest” (il platter era composto da due dischi separati) cantando soltanto nel primo, mentre nel secondo cantava tale Sunneith Revankar. Potremmo definire la musica degli Skyharbor come progressive, oppure potremmo incanalarla tra le uscite del djent, oppure metterla tra l’alternative/ambient, alcuni tirano addirittura in ballo un certo “dream pop”… In nessuno di questi casi crediamo che commetteremmo un errore grossolano definendo in uno di questi modi la musica dei Nostri, ma al contempo finiremmo per imbrigliare la loro proposta, che nelle intenzioni crediamo voglia essere più un insieme di molte cose. Ci sono i classici riff sbilenchi, controtempati e saltellanti (ma non troppo, o comunque non in maniera insistente) intervallati da ampie schiarite melodiche, ariosi arpeggi e suite strumentali che vanno a riprendere un po’ i lavori della seconda parte di carriera dei Cynic, soltanto molto, molto più orecchiabili, quasi commerciali oseremmo dire. In questo ensemble sonoro dobbiamo dire che i Nostri non brillano per creatività e originalità, ma le vocals di Daniel portano “Guiding Lights” su un livello qualitativo superiore. Sebbene avremmo apprezzato qualche urlo in più invece di un uso esclusivo di clean vocals dobbiamo dire che le sue capacità, il suo trasporto ed in generale il suo gusto melodico, sono innegabili. Questo album farà sicuramente contenti gli amanti delle sonorità progressive moderne molto melodiche, qualcuno potrebbe dire che questo disco non andrebbe messo tra il metal e probabilmente avrebbe ragione, così come avrebbero ragione pure coloro che si lamenterebbero nel vederlo nel reparto non metal. Non vi rimane che provarli e farvi la vostra idea.