7.0
- Band: SLASH
- Durata: 00:45:10
- Disponibile dal: 11/02/2022
- Etichetta:
- BMG
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Quando metti nella stessa stanza uno dei migliori chitarristi della storia del rock (se non a livello tecnico quanto meno come gusto melodico) e uno dei migliori cantanti del nuovo millennio difficilmente può uscire qualcosa di brutto. E infatti la quarta fatica di Slash featuring Myles Kennedy and The Conspirators, a dieci anni esatti dal battesimo di questa formazione, è tutto fuorchè un brutto disco. Eppure l’impressione ascoltando “The River Is Rising” o “Call Off The Dogs” è quella di brani perfetti per un ascolto mordi e fuggi su Virgin Radio o per rimpolpare la setlist dal vivo, ma che poco o nulla aggiungono alla carriera degli illustri protagonisti. Data la mancanza di originalità, a partire da titolo e copertina, non stupisce che i pezzi migliori siano anche quelli più autocitazionisti come “C’Est La Vie”, dove rispunta il talkbox in stile “Dust ’N Bones”, o l’ancora più ruffiana “Fill My World”, una sorta di “Sweet Child O’ Mine” 2.0 in cui il riff portante completa alla perfezione la voce calda di Myles. Altro highlight del disco è la conclusiva “Fall Back To Earth”, ballad da più di sei minuti in cui Mr. Kennedy sfida la sei corde di Slash a chi miagola più forte, prima di un outro in stile Eagles, mentre paradossalmente proprio il cantante degli Alter Bridge risulta l’anello debole nella più dark “Spirit Love” o nel rock’n’blues di “April Fool”, due brani strumentalmente perfetti ma dove, nonostante la registrazione in presa diretta, l’amalgama non sembra funzionare appieno. Tutto sommato comunque, considerando anche il groove melodico di “Whatever Gets You By” e “Speak Louder Than Words”, possiamo giudicare questo “4” alla stregua di un buon sequel: non all’altezza degli originali (e non ci riferiamo solo al periodo Guns N’ Roses) ma l’effetto nostalgia e l’ottima resa scenica lo rende comunque un ascolto piacevole.