7.5
- Band: SLASH
- Durata: 01:17:33
- Disponibile dal: 16/09/2014
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Warner Bros
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C’è un forte senso di continuità nel nuovo lavoro dell’ex chitarrista dei Guns’n’Roses. Continuità sia a livello di line-up, con una formazione rimasta inalterata rispetto a quella del precedente “Apocalyptic Love”, sia a livello di sound, che dell’appena citato predecessore ricalca perfettamente sia stile che suono ed atteggiamento. “World On Fire” è dunque un album all’insegna della continuità, trasudante chiarezza di intenti. ‘Questo è il pane per i miei denti’, sembra volerci dire Slash con questo disco… ‘E questo è il rock per le nostre orecchie’, potremmo rispondergli noi, vista e considerata la qualità ottima dei diciassette solchi digitali di questo album. L’attuale formula di hard rock dal taglio moderno e groovy propostaci dal Nostro si rivela una vera manna dal cielo per i fan dell’hard & heavy e lo stile chitarristico di Slash, ora forse meno ‘sleaze’ ma più pulito e tecnico, è il perfetto complemento dell’affilata personalità vocale di Myles Kennedy. Forte poi di un interazione eccellente sia con il basso di Todd Kern che con la batteria dell’ottimo Brent Fitz, il riccioluto chitarrista riesce qui a dare il proprio meglio, forgiando nel fuoco del rock più diretto e viscerale una serie di buoni centri, diciassette canzoni forse un po’ simili tra loro, ma tutte quante degne di essere potenziali singoli o addirittura potenziali hit. Come di consueto, le danze vengono aperte dalla track omonima, “World On Fire”. La title-track, con il suo indiavolato riffing iniziale è il pezzo perfetto per buttare le prime, solide, basi per quel ponte di collegamento con il disco precedente di cui abbiamo parlato in apertura. “Bent To Fly” e “30 Years To Life” sono altri esempi di quanto si diceva poc’anzi dato che troverebbero facilmente posto in mezzo a due tracce qualsiasi di “Apocalyptic Love”. Per fortuna “Shadow Life” e, qualche traccia più in basso, “Stone Blind” riescono invece a fornire qualche gradito influsso diverso, rivelando entrambe un’anima forse un po’ più pesante e meno melodica, sempre però fondamentalmente rock. I veri punti di riorganizzazione dell’album risultano però essere le ballad presenti, brani più lunghi e elaborati (“Battleground”,”The Unholy”), che forniscono un certo riposo alla mente dalle ritmiche frenetiche delle altre canzoni. Nonostante dunque una certa monotonia di fondo, dovuta come già detto ad alto numero di tracce invero abbastanza simili, l’ascolto di ‘World On Fire’ si rivela certamente un’esperienza piacevole e appagante, punteggiato di canzoni che facilmente possono diventare le favorite di vaste frange di pubblico.