7.5
- Band: SMASHING PUMPKINS
- Durata: 00:52:22
- Disponibile dal: 07/07/2007
- Etichetta:
- Warner Bros
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Ci si pente e ci si duole per aver atteso l’uscita di questo CD con lamannaia in mano. Però diteci chi d’altronde avrebbe mai creduto che unormai attempato Billy Corgan (reduce da due prove altamenteinsufficenti come il suo album solista ed il recente progetto Zwan)sarebbe riuscito nell’intento di resuscitare una band sacra edintoccable come gli Smashing Pumpkins, il tutto con una formazionestorpiata perchè penalizzata dalla dipartita di James Iha e della bellaD’Arcy. Invece, basta lasciar partire “Doomsday Clock” e “7 Shades OfBlack” per capire quanto tre accordi grunge riescano ancora a poterciaffascinare, una volta sorretti dalle rullate frenetiche del magnificoJimmy Chamberlin e dalle distorsioni corpose di Billy. Passata questaaccoppiata di energici brani in grado di riportare ai bei tempi di”Mellon Collie” e “Siamese Dream” si arriva a “Bleeding The Orchid” e”That’s The Way” (uno dei brani più intensi del CD): decisamente piùpop, anche se comunque avvolti da calde distorsioni, accompagnanoinvece le nostre orecchie a periodi meno remoti (quelli di “Machina -The Machine Of God”). Incredibile notare come Corgan alla chitarrasolista tenti di imitare a pieno lo stile del “compianto” Iha,costruendo assoli hard-rock e leggeri preziosismi minimali sulle partipiù delicate. Il singolo “Tarantula” ha un refrain molto efficace, maparte sottoforma di canzonetta dalle ritmiche danzerecce. “Starz” hainvece atmosfere epiche, quasi fosse un brano prog. Altrettantooriginale il validissimo capitolo “United States”, costruito su unaritmica tribale e diretto da un riff tipicamente stoner, sembrastrizzare l’occhiolino agli Who più malati ed al rock più “settantone”;la durata dilatata (quasi dieci minuti) porta poi ad evoluzionipsichedeliche verso la seconda metà del brano. Con “Neverlost” si toccafinalmente la tipica ballata pacata, ricca di influenze new wave allaNew Order. E’ incredibile vedere come Billy sia ancora in grado dicreare un album così colorito e variegato nei diversi suoi passi, comeè incredibile vedere Jimmy in ottima forma dietro alle percussioni. Chedire? Che forse James e D’Arcy non sono mai stati così fondamentalinella costruzione dell’inconfondibile sound degli storici SmashingPumpkins? E che forse ciò che sembrava una disperata strategia dimarketing per riportare finalmente un po’ di soldi nelle tasche delpelatone paranoico, stuprando una band storica, si è dimostrato inveceun esperimento riuscito? Per carità, non si sta parlando di uncapolavoro, ma di un buon album rock. D’altronde, a tratti si ha semprela sensazione di ascoltare un CD ‘fuori tempo massimo’, senza contarepoi il fatto che da “Bring The Light” in poi il lavoro sembra andare indeclino. Però, malfiducia a parte, questi “nuovi” Smashing Pumpkinssono riusciti a regalarci quello che avremmo voluto sentire, ovvero i”vecchi” Smashing Pumpkins. Questo lo diciamo consci del fatto che inmolti stanno invece gettando sterco su questa tanto attesa reunion.