SMOULDER – Violent Creed Of Vengeance

Pubblicato il 19/04/2023 da
voto
7.5
  • Band: SMOULDER
  • Durata: 00:42:17
  • Disponibile dal: 21/04/2023
  • Etichetta:
  • Cruz Del Sur Music

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Il disco d’esordio dei canadesi Smoulder ci era piaciuto moltissimo all’epoca della sua uscita, e anche l’EP “Dream Quest Ends” è riuscito tutto sommato a deliziarci il palato, al punto tale da spingerci a incoronare questa talentuosa realtà come una delle più solide in ambito non solo epic metal, ma dell’intera ‘new wave of traditional heavy metal’, la quale è bene che cominci a giocare al meglio le proprie carte, visto che sono le band recenti che dovranno ereditare la proverbiale sacra torcia quando i mostri sacri si saranno ritirati.
Sul versante musicale, la componente epic/doom risulta presente anche nel nuovissimo “Violent Creed Of Vengeance”, con gradevoli rimandi a formazioni come i Doomsword o gli Atlantean Kodex, anche se appare evidente che la band abbia voluto spingere più forte sugli elementi power metal più old-school, già in parte presenti nel lavoro precedente e valorizzati tramite un paio di parentesi adrenaliniche e fomentanti, inclusa quella “Bastard Steel” che ancora oggi abita frequentemente i nostri impianti audio.
L’album impiega relativamente poco a confermare quanto appena espresso: dopo una melodica e cadenzata title-track, scritta invero piuttosto bene e con un carattere degno della proverbiale quiete prima della (breve) tempesta, ci pensa il bellissimo singolo “The Talisman And The Blade” a mettere in moto la sezione ritmica a rotta di collo, la quale ci porta immediatamente a scatenare i muscoli del collo, mentre l’intero comparto musicale viene illuminato dalla sapiente interpretazione della vocalist Sarah Ann. Qiesta si mostra a proprio agio tanto nelle smitragliate come questa, così come nelle situazioni più lugubri, inclusa la successiva “Midnight In The Mirror World”, capace di rimettere in evidenza le soluzioni gettate nei rintocchi iniziali, oltre ad aumentare sensibilmente la durata rispetto a quanto giunto in precedenza.
A livello strumentale l’album si difende benissimo sin da questi primi pezzi, con un lavoro di chitarra che mostra i denti nei momenti opportuni senza mai strafare, e notiamo con piacere una maturità maggiore della sopracitata frontwoman quando si tratta di modulare il proprio timbro. Stesso discorso per la produzione, ma dai ragazzi di Cruz Del Sur è difficile aspettarsi diversamente. Invece, sul versante strutturale, la prima metà dell’ascolto somiglia ad una sorta di altalena, in quanto ad ogni fase più lenta ne segue immediatamente una in cui sono i ritmi serrati e le sciabolate di stampo epic/power a farla da padrone, come confermato anche dalla grintosa “Path Of Witchery”, il cui titolo, tra le varie cose, ci riporta alla mente le opere letterarie e/o i videogiochi con protagonista lo strigo dai capelli bianchi Geralt di Rivia, di cui si è già fatto peraltro un gran parlare in numerose produzioni analoghe.
Neanche a dirlo, “Victims Of Fate” prosegue l’altalena, aumentando però la quantità di carne al fuoco e inserendo in poco meno di otto minuti gran parte degli stilemi più interessanti dell’epic metal più suggestivo, inclusi i testi fortemente ispirati alle gesta dell’entieroe Elric di Melniboné all’interno dell’omonimo ciclo scritto da Michael Moorcock, altra inesauribile fonte di ispirazione per le line-up dedite a questo genere così possente e nel contempo così sognante.
La breve “Spellforger” è forse il brano più classico ed orecchiabile del pacchetto, con evidenti rimandi all’heavy metal inglese e degli inserti vocali più acuti rispetto ai pezzi precedenti, in notevole antitesi con la lunga e oscura suite conclusiva “Dragonslayer’s Doom”, che invece incarna perfettamente il concetto di brano epic-doom anticommerciale, anche se lo squisito gusto melodico dei Nostri continua a rappresentare un notevole detergente per gli scettici, visto che anche chi di base non sarebbe un grande amante dei brani lunghi e lenti qui trova pane per i propri denti; interessante anche l’utilizzo dei fraseggi di basso, che si impone come arma vincente senza togliere spazio alle chitarre.
Il difetto più evidente del prodotto, nonché probabilmente l’unico degno di una menzione particolare, risiede proprio nella sua struttura altalenante: i pezzi sono tutti davvero belli e ognuno può vantare un’identità notevole, ma vederli disposti in questo modo così schematico rende inevitabilmente, col ripetersi degli ascolti, la tracklist relativamente stantia nel proprio incedere. Personalmente, come diciamo sempre, ci piace quando un album riesce a stupirci e/o colpirci in pieno con soluzioni e sferzate poco prevedibili, cosa che di fatto il lavoro precedente faceva in alcune fasi, mentre qui l’ascolto sembra quasi appiattirsi, nel momento in cui lo si effettua più di una volta.
Un leggerissimo passo indietro rispetto all’esordio quindi, ma che nonostante il nostro appunto riesce nell’impresa di confermare la nostra ottima considerazione degli Smoulder, che ci auguriamo possano continuare a mantenere alta la propria asticella qualitativa in futuro, di modo da mantenere invariata la propria posizione all’interno dell’armata metallica di cui ultimamente parliamo spesso. Ammesso e non concesso che non riescano a sbalordirci in futuro, salendo quindi di posizione tra le nostre realtà preferite, ovviamente tra quelle meno datate.

TRACKLIST

  1. Violent Creed Of Vengeance
  2. The Talisman And The Blade
  3. Midnight In The Mirror World
  4. Path Of Witchery
  5. Victims Of Fate
  6. Spellforger
  7. Dragonslayer's Doom
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