6.0
- Band: SODOM
- Durata: 00:18:29
- Disponibile dal: 10/11/2023
- Etichetta:
- Steamhammer Records
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Esattamente un anno fa, in un’intervista rilasciata al magazine Metalheads Forever, il leader dei Sodom, Tom Angelripper, aveva confermato che la band stava lavorando ad un nuovo album, successore di “Genesis XIX” e della raccolta “40 Years at War – The Greatest Hell of Sodom”, pubblicata nel 2022, a celebrazione dei quarant’anni di carriera. Attesa dunque che cresceva, alimentata anche dall’ottima prestazione portata a termine dal cingolato di Gelsenkirchen sul palco del Metalitalia.com Festival. Ed invece, nemmeno a farlo apposta, a trecentosessantacinque giorni dalla news sopracitata, siamo sì qui riuniti ad ascoltare del sano thrash metal da parte di Tom e compagni, ma di nuovo, ahinoi, c’è ben poco; anzi, non vi è proprio nulla.
Il qui presente EP “1982”, infatti – al netto delle ri-registrazioni di un pezzo storico come “Witching Metal” e di episodi quasi dimenticati come “Victims Of Death”, “Let’s Fight In The Darkness Of Hell” ed “Equinox”, oltre alla versione remix dell’omonimo singolo, già pubblicato due anni fa – non porta nuova carne al fuoco. Non solo, tutti i pezzi, presenti ora su vinile, erano già stati proposti, su CD e musicassetta, proprio nel famoso ed ultra completo box-set prodotto nel dicembre di due anni fa.
Garantito, ci mancherebbe, il salto indietro nel tempo, fino al 1982, quando, nel quartiere di Altenessen, nella parte settentrionale di Essen, la creatura denominata Sodom compiva i primi passi, nella formula di un metal grezzo e sporco; un genere musicale che si discostava parecchio dalla tendenze preferite dalla maggior parte dei coetanei di Tom Angelripper di quel periodo. Adoratori di band quali Venom e Motörhead, mentre componevano i primi riff di “Witching Metal”, l’obiettivo dei Sodom era uno ed uno solo: scioccare il più possibile. Un inizio turbolento e crudo per trasformarsi negli anni in una delle band icona del thrash europeo e non solo.
“1982” vuole essere così un omaggio a quel primo tassello, storico e fondamentale: suonate oggi – dal quartetto formato da Tom, Frank Blackfire, Yorck Segatz e Tony Merkel – i quattro semi maligni partoriti a suo tempo, acquistano sicuramente maggior definizione e potenza, perdendo però ovviamente quell’atmosfera di selvaggia rivoluzione trasmessa nella loro prima versione. Utile? Per un sodomaniac quasi sicuramente, mentre, per gli appassionati del thrash metal in generale, il consiglio è quello di mettersi nuovamente seduti, in attesa del nuovo full-length.