9.0
- Band: SODOM
- Durata: 00:37:16
- Disponibile dal: 01/06/1989
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Spesso quando si parla di thrash metal si tende a considerare questo sottogenere del metal come una corrente di derivazione prettamente statunitense e in particolare della Bay Area, a cui vengono frequentemente ricondotti gli album più significativi. La storia del thrash però non è fatta solo di Exodus, Metallica, Testament o Slayer e anche il Vecchio Continente è stato in grado di fare la sua parte. La Germania ha infatti partorito tre band assolutamente fondamentali nel genere, quali Kreator, Destruction e Sodom, ognuna con il suo stile e i suoi alti e bassi. L’eredità musicale lasciata dai loro album migliori e l’influenza che queste formazioni hanno sulle giovani generazioni di musicisti è tuttora fortissima. Il qui presente “Agent Orange” è in questo senso uno dei lavori più influenti in ambito thrash tedesco. Considerato il capolavoro dei Sodom, ha ispirato miriadi di ragazzi alle prime armi e ha consentito al frontman nonchè attuale leader del gruppo Tom Angelripper di entrare di diritto nella storia del thrash. Il sound della band, in cui si scorgono sempre gli insegnamenti di Venom, Motorhead e Slayer, trova la sua maturazione e massima espressione in questo lavoro. Il giusto mix di violenza, immediatezza, impatto, ma allo stesso tempo varietà e cura delle dinamiche che rende ognuno degli otto brani presenti in tracklist un vero e proprio pugno in pieno volto. Trentasette minuti in cui la voce grezza e rabbiosa di Tom, con il suo inglese dal forte accento tedesco, il riffing serrato e il solismo tagliente di Frank Blackfire, e il drumming terremotante di Chris Witchunter scuotono l’ascoltatore con bordate dirette e devastanti come la stessa tiratissima slayeriana titletrack. Un pezzo memorabile, forse il migliore mai scritto dal gruppo, che prende il nome da un erbicida utilizzato come arma dall’esercito statunitense durante la guerra in Vietnam. La critica della guerra e delle sue atrocità è un tema più volte ripreso dai Sodom e costituisce uno dei punti di forza di questo lavoro. Altro pregio del disco è la sua capacità di eccellere sia su ritmi velocissimi e senza tregua che nelle parti più pesanti e ragionate. La maggior parte dei brani è infatti un giusto bilanciamento tra questi due elementi, fatto che rende il disco tutt’altro che monocorde o scontato. Pezzi come le aggressive e adrenaliniche “Tired And Red”, “Incest”, “Exhibition Bout” o “Baptism Of Fire” in cui la velocità sembra prendere il sopravvento, vengono infatti arricchite da stacchi, cambi di tempo, rallentamenti in cui i riff si fanno più massicci e frangenti in cui soli sperimentano anche soluzioni più melodiche. Praticamente unica eccezione in quanto a varietà è la selvaggia “Ausgebombt”, brano semplicissimo, ultra immediato e nel quale si sente tutta l’attitudine punk dei grandi maestri Motorhead, ma non per questo meno fondamentale degli altri sopra citati. Il disco non contiene cali di tono e infatti il songwriting dei Sodom qui dà il meglio anche sui mid tempo come la potente e cadenzata “Remember The Fallen”, un drammatico inno ai caduti in battaglia. Anche la produzione, considerando il periodo in cui il disco è uscito, è senza dubbio di buona qualità e per questo il suono non ha avuto bisogno di ritocchi nella ristampa del 2010 ora disponibile nei negozi. Corredata di una confezione in digipack e di un secondo CD contenente diverse tracce live più la versione in tedesco di Ausgebombt, questa riedizione è l’occasione ideale che tutti i neofiti del thrash hanno di accaparrarsi un disco assolutamente fondamentale e ad oggi unico nel suo genere.