7.5
- Band: SODOM
- Durata: 00:16:34
- Disponibile dal: 23/11/2018
- Etichetta:
- Steamhammer Records
- Distributore: Audioglobe
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Dove eravamo rimasti? Ah sì certo: gennaio 2018, il caro vecchio Tom Angelripper aveva preso di punto in bianco una decisione più che importante, quasi decisiva. Via tutti: ciao ciao a Bernemann dopo ben ventidue anni di collaborazione, stesso trattamento per il buon Makka, dietro le pelli dal 2010. Sodom rivoltati come un calzino. Entusiasmo finito, idee da rinnovare, semplice, quanto drastico cambiamento? Fatto sta che, nel giro di due settimane, il panzer teutonico made in Gelsenkirchen, guidato da Onkel Tom, ha cambiato interamente squadriglia. Dal passato è stato richiamato Mr. Frank Blackfire, l’uomo dei letali riff di “Persecution Mania” ed “Agent Orange”; in suo aiuto un secondo chitarrista (tal Yorck Segatz), on the drums il mastodontico Husky, già batterista degli Asphyx ed ex Desaster. Una formazione a quattro per la prima volta in assoluto in trentasette anni di carriera. Una sorta di ‘ricomincio da zero’, di ritorno alle radici, come anche dimostrato dai vari live (anche quelli più brevi, vedasi Rock The Castle) sostenuti dopo l’avvento della nuova formazione. Show nostalgici durante i quali l’intera setlist, o quasi, è stata dedicata ai pezzoni storici, dimenticando in un angolo tutto ciò che è stato prodotto nel nuovo millennio. Un tuffo nel passato dal quale ripartire? Buttare nel cestino le ultime produzioni? O riuscire ad amalgamare quanto di buono realizzato in carriera, tentando di trovare nuove nonché valide soluzioni? In risposta a questi dubbi amletici ci pensa il qui presente “Partisan”: un EP, un accenno, due sole cannonnate (se escludiamo il pezzo live) in grado comunque di confermarci che i Sodom, rinnovati, sono in splendida forma e, se tanto ci da tanto, di farci prendere carta e penna ed iniziare un personalissimo countdown in attesa del prossimo full-length previsto, forse, per il 2019 (nuovo album Sodom).
Ed è proprio “Partisan” ad aprire il nuovo assalto: diretta, tellurica, crudele, segnata dai sapienti riff di Blackfire, oltre alla cartavetrosa voce di Onkel Tom a testimoniare l’intento perpetuo di Angelripper e compagni; nessun compromesso, soli in battaglia contro tutto e tutto, come ben rappresentato anche dalla cover old-school dell’EP. Meno grezza delle primissime bombe sganciate a fine anni ottanta, sicuramente più ispirata rispetto ai brani del recente passato, in primis “Epitome Of Torture, “Partisan” si fa notare soprattutto per una certa freschezza ritrovata da un monicker che forse, pur mantenendo una forma live di sicuro impatto, si era un attimo adagiato dal punto di vista della lavorazione in studio. Ma è la successiva “Conflagration” a consegnarci un pezzo di artiglieria made in Sodom come non lo si sentiva da parecchio tempo: rinforzati dalla presenza di una seconda chitarra (il brano è stato scritto proprio dallo stesso Segatz), l’act tedesco ci scaraventa in pieno volto una denuncia nuda e cruda della società; pezzo violento, corposo, marcio, completo. Chiude questo primo assaggio sonoro, una versione live della mitica “Tired & Red” registrata direttamente durante la prima apparizione dal vivo della nuova formazione in quel di Gelsenkirchen, in occasione dell’annuale edizione del Rock Hard Festival. Un estratto che, pur mostrando qualche sbavutura d’amalgama, già lanciava i primi segnali di ciò che avrebbe potuto ancora offrire la macchina da guerra oliata Sodom e che, con “Partisan”, è stata in grado di confermare.
In attesa del nuovo album, in attesa del prossimo (completo) show dei nostri in terra italica, in compagnia di gente raccomandabile come Exodus, Death Angel e Suicidal Angels (MTV Headbangers Ball Tour 2018, una data in Italia) godiamoci a tutto volume quella che appare come una rinascita della band guidata dallo zio Tom il quale, ancora una volta, ha avuto ragione.