6.5
- Band: SODOM
- Durata: 00:48:47
- Disponibile dal: 27/06/2025
- Etichetta:
- Steamhammer Records
Spotify:
Apple Music:
Ordigno numero diciotto per i Sodom: l’ultimo? Siamo di fronte al famoso canto del cigno della thrash band tedesca?
Difficile crederlo, tuttavia le ultime dichiarazioni del leader Tom Angelripper devono farci riflettere sul concetto di ‘immortali’ o ‘eterni’ che spesso affibbiamo, per l’affetto costruitosi nel tempo, a quei gruppi che hanno fatto la storia di un genere. Il cingolato di Gelsenkirchen ha tracciato il suo quarantatreesimo solco nel 2025, lasciando dietro di sé una scia indelebile di marciume e godimento, marchiando il proprio cammino con mine esclusive come “Agent Orange”, “Tapping The Vain”, “Get What You Deserve” o ancora “M-16”, “Sodom”, sino al “Genesis XIX” rilasciato ormai cinque anni fa.
Considerare quindi il qui presente “The Arsonist” come la pietra tombale dei Sodom farebbe venire il magone a più di un thrasher, ci coglierebbe quanto meno impreparati ma soprattutto – e arriviamo al punto dolente della questione – non sarebbe l’album di chiusura che vorremmo venisse pubblicato. Già, perchè forse sull’onda della futura pausa dalle attività live (maturata lo scorso anno, come appunto dichiarato dallo stesso Tom), ascoltando i tredici brani contenuti nel nuovo full-length si avverte un sostanziale profumo di compitino; come se, prima di abbandonare la scena, Tom e compagni abbiano dovuto pubblicare per forza qualcosa, così da tenere ‘calmi’ i propri fan.
“The Arsonist” suona Sodom? Certo, dal primo lamento dell’intro sino all’ultimo riff di “Return To God In Parts”. La grettezza è quella tipica di sempre, siamo ancora una volta sul campo di guerra (per la precisione dell’amato/odiato Vietnam), ma se mettiamo in fila pezzi come “Gun Without Groom”, “Taphephobia”, “Sane Insanity” e “Obliteration of the Aeons”, ci rendiamo conto di come questo diciottesimo colpo della band della ‘città dei mille fuochi’ sia stato sparato per buona parte a salve, mostrando sì i denti affilati, ma senza mordere a dovere.
Ci sono degli episodi che alzano l’asticella dell’interesse e dell’entusiasmo generale: in questo senso, “Battle Of Harvest Moon”, “Witchunter”, “A.W.T.F.” (dedicata al bassista e fondatore dei Tank Algy Ward), “Trigger Discipline” (non distinguiamo quale Tom vi sia dietro al microfono, Angelripper o Araya?) e “Twilight Void” (dalle sinistre somiglianze a “Postmortem”, rimanendo in area Slayer) pendono sul piatto positivo della bilancia Sodom, dando una poderosa spallata ad un impianto poco dinamico.
Brani sì convincenti, ai quali si aggiunge la pesante “Scavenger”, con il suo incedere dalle tinte blackened, ma che non bastano tuttavia ad innalzare “The Arsonist” tra i lavori ‘vivamente consigliati’; a tratti, sembra piuttosto una ‘parte II’ del precedente “Genesis XIX”, costituita da tracce rimaste escluse dalla cernita finale.
Ecco perchè confidiamo che il preannunciato stop dai tour permetta alla band, in primis lo stesso Tom, oltre di godersi un meritato relax, di ricaricare le batterie e mettere più a fuoco le idee in vista di un ritorno più incisivo di questo timido – speriamo temporaneo – “auf wiedersehen”.