7.5
- Band: SOEN
- Durata: 00:46:42
- Disponibile dal: 15/02/2012
- Etichetta:
- Spinefarm
- Distributore: Universal
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Sotto il nome Soen si cela il nuovo progetto musicale di Martin Lopez (batteria, ex Opeth e Amon Amarth) e Steve Di Giorgio (basso, ex Testament, Death, Iced Earth), accompagnati per l’occasione dal duo estone Joel Ekelof e Kim Platzbardis, rispettivamente alla voce e alla chitarra. Dal talento smisurato dei due musicisti più noti possiamo ben immaginare la direzione stilistica prettamente progressiva di una proposta che predilige una forma canzone dilatata e libera da ingombranti schemi compositivi, in cui l’influenza dei Tool appare quanto mai marcata. Le ritmiche spiraleggianti, il riffing spigoloso, le suggestioni ipnotiche di certe linee vocali rimandano senza indugi al songwriting di Mynard Keenan, ma, fortunatamente, il quartetto multietnico, pur non mascherando il proprio amore per la band statunitense, mostra di voler aggiungere il proprio marchio di fabbrica ad una proposta che sarebbe altrimenti facilmente tacciabile come derivativa. Entrando nei dettagli, le caratteristiche tecniche di cui sopra si amalgamano perfettamente alle atmosfere decadenti di scuola dark/gothic metal riscontrabili attraverso alcune linee vocali dal retrogusto malinconico spesso accompagnate da un tappeto di chitarre acustiche, per un risultato non lontano dal mood oscuro di certi Opeth e Katatonia. In questo senso, gli intrecci vocali nel finale di “Fraccions” o le molteplici sfaccettature presenti in “Oscillation” rappresentano gli apici di un disco suonato ed interpretato divinamente dai Soen, che mostrano ancora qualche lacuna in termini di personalità, ma non intaccano più di tanto il loro status di nuova promessa del movimento progressive alternativo.