SOEN – Lykaia

Pubblicato il 20/02/2017 da
voto
7.0
  • Band: SOEN
  • Durata: 57:55
  • Disponibile dal: 03/02/17
  • Etichetta:
  • UDR Music
  • Distributore: Warner Bros

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Non è sicuramente un periodo d’oro per quel progressive fatto di grandi nomi, di talentuosi musicisti e di ottime presentazioni. Sembra sempre mancare quello che aveva contraddistinto i grandi album del genere: i brani. In questo terzo lavoro sembra ormai chiaro come il delizioso tocco di Martin Lopez, le tastiere seventies di Lars Åhlund, l’ugola di Joel Ekelöf e la new entry Marcus Jidell (già con i suoi Avatarium) alle chitarre e alla produzione, cerchino di volgersi al servizio di un appeal che potrebbe far tornare a far apprezzare un genere di solito all’appannaggio di soli musicisti ad una fetta ben più ampia di ascoltatori. Un percorso in cui è il risultato finale del brano a dettare la bravura compositiva dei suoi performanti, insomma. Nelle due precedenti fatiche discografiche il lavoro dei Soen si è impostato su questa ricerca, spesso criticata come troppo derivativa da nomi fondamentali come Tool e Opeth e qui certamente mossa verso lidi più rallentati e meno forsennati, ma sicuramente più volta a queste premesse. “Lykaia” è sicuramente meno potente di “Tellurian”, se guardato nell’ampia prospettiva di un lavoro di genere nel calderone delle proposte odierne, non perché non abbia la sua personalità o perché manchi di qualche specifica peculiarità, ma perché non lascia più quel segno che ci si aspetta, una volta che lo si è digerito tutto più volte. Soprattutto se ascoltato, appunto, dopo il precedente “Tellurian” e le conseguenti aspettative di prosecuzione del progetto che il precedente lavoro aveva lasciato nell’aria. Questo terzo lavoro della band sembra arrivare a voler dimostrare una certa tendenza ad ufficializzare la propria indipendenza dalle etichette derivative che le sono state poste e, in modo o nell’altro, dettare un mood lievemente diverso dal passato, pur senza dirottare il progetto verso qualcosa di diverso da quello che è sempre stato. Le tendenze à la Opeth riecheggiano prepotentemente, seppur inserite senza le divagazioni di Akerfeldt, in brani come “Orison” e il suo delicato finale o nelle linee vocali di “God’s Acre”, risultando essere un contrappunto derivato con cui non si può non fare i conti. Nell’altrettanto ben riuscita “Jinn”, quasi vicina agli A Perfect Circle per le tonalità più charoscurali, si nota ancora una inevitabile corrispondenza, fino ad arrivare a certi Karnivool che rimbalzano nelle orecchie di chi mastica specificatamente queste sonorità (qualcuno sentirà anche gli Iron Maiden di “Remember Tomorrow”, brano al tempo coverizzato dagli Opeth, nell’arpeggio portante di “Paragon”) ma non sembra che queste analogie intacchino definitivamente il contenuto del terzo tassello dei Soen. “Lucidity” è un brano che risuona piacevolmente tutte le volte che lo si ascolta, ma stenta a fornire una visione complessiva che possa elevarlo al di sopra di uno standard qualitativo – e di ‘tocco’ – che vada di pari passo con la qualità delle pedine musiciste in campo. Lopez è sempre delicato, come nei tempi di “Damnation”, pur rimanendo un batterista di impostazione metal, e i suoni delle chitarre quasi gilmouriane in produzione sono al pari di quelle dei compagni svedesi degli ultimi lavori. Difficile è sostenere che lavori come questi siano privi di valore. Impossibile è anche innalzarli a album epocali. “Lykaia” conferma il valore di una band che vale la pena ascoltare, andare a sentire e seguire nei suoi spostamenti discografici, sperando che amplifichino lo spettro di quanto Lopez e soci possano ancora arrivare a dire.

TRACKLIST

  1. Sectarian
  2. Orison
  3. Lucidity
  4. Opal
  5. Jinn
  6. Sister
  7. Stray
  8. Paragon
  9. God's Acre
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