7.0
- Band: SOILWORK
- Durata: 00:37:40
- Disponibile dal: 04/12/2020
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Che Bjorn ‘Speed’ Strid non ami stare con le mani in mano è risaputo, e infatti al netto di qualche lodevole eccezione (come i The Night Flight Orchestra) abbiamo ormai perso il conto dei suoi innumerevoli progetti estemporanei e collaborazioni varie. Da qualche tempo però questa prolificità sembra aver contagiato anche la sua band madre, e così tra un full-length e l’altro arrivano puntualmente EP e compilation, di cui questo “A Whisp Of The Atlantic” è l’ultimo esempio. Rispetto ai suoi predecessori, complice forse il prolungato lockdown, “A Whisp Of The Atlantic” colpisce innanzitutto per la sua durata simile a quella di un album regolare (trentasette minuti, di cui quasi la metà nella traccia di apertura), ma anche per la rivoluzionaria varietà millantata nelle note biografiche, in cui viene descritto come un ‘nuovo inizio’ per la band di Helsingborg. In realtà, al di là della lunghezza e di qualche parentesi simil-jazz, la titletrack evidenzia sì una struttura articolata (eccellente in questo senso il lavoro del batterista Bastian Thusgaard ), senza però rivoluzioni copernicane rispetto al Soilwork sound di ultima generazione. Discorso simile per “The Nothingness And The Devil”, dotata di un buon tiro e di un interessante coda atmosferica, mentre il resto dell’EP è composto dalla cosidetta ‘Feverish trinity’ (“Feverish”, Desperado” e “Death Diviner”), ovvero tre singoli rilasciati nella prima metà dell’anno accompagnati da supercazzole filosofiche di fronte a cui resta il classico dubbio “ci sono o ci fanno?”. Limitandoci in questa sede all’ambito prettamente musicale, diciamo che l’intro anni ’80 della terza traccia ci aveva fatto sperare in un proseguo ancora più tamarro, ma nel complesso anche questi singoli confermano l’ottimo stato di forma del sestetto capitanato da Speed Strid, cominciato con il pantagruelico “The Living Infinite” e continuato con successivi affinamenti. In attesa del successore di “Verkligheten”, un piacevole EP per tutti i fan dei Soilwork: meno fantasmagorico di quanto sbandierato, ma comunque interessante circa le future evoluzioni della band.